Giornalisti: Odg Campania, solidarietà a sito ‘Il Vescovado’

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foto_vescovadoL’Ordine dei Giornalisti della Campania esprime solidarietà ai giornalisti del sito internet ‘Il Vescovado’ ”per l’increscioso episodio – si legge in in una nota – verificatosi domenica sera a Ravello in occasione del concerto di Pino Daniele. Ai colleghi, che stavano filmando e fotografando i momenti di tensione tra alcuni spettatori giunti in ritardo e gli addetti agli ingressi, è stato strappato di mano lo smartphone impedendo loro di effettuare le riprese”. L’Ordine dei Giornalisti, prosegue la nota, ”difende il diritto di cronaca e all’informazione e condanna ogni episodio che vada in senso contrario”.

ECCO COSA HA SCRITTO IL SITO WEB IL VESCOVADO. 

Serata di tensione, quella vissuta ieri sera davanti ai cancelli di Villa Rufolo nel corso dell’atteso concerto di Pino Daniele. Un evento da tutto esaurito già da diverse settimane (720 in tutto i fortunati assegnatari dei tagliandi) per l’esordio del “nero a metà” nella Città della Musica in acustico e che inevitabilmente ha registrato qualche ritardatario.

E per una manciata di minuti successivi alla chiusura dei cancelli, diversi sono stati gli spettatori che non hanno potuto assistere all’evento. Una ventina in tutto le persone che hanno presidiato il cancello d’ingresso del monumento dalle 21,50, cinque minuti (non i canonici) dalla chiusura effettiva annunciata dall’organizzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, pardon, sotto la luna di Ravello. Tolleranza zero anche stavolta, in ossequio alla linea portata avanti dal Ravello Festival, da anni, in questi contesti.

In realtà il cancello è stato chiuso tra le 21,47, con il personale addetto all’ingresso che, come da prassi interna al Festival, ha abbandonato l’ingresso e la biglietteria, presidiato soltanto da una pattuglia dei Carabinieri. Tra gli sfortunati, giunti tra l’attimo della chiusura e le 21,56, giovani, professionisti, provenienti principalmente dal casertano e dal napoletano e qualche residente che davanti ai cancelli chiusi hanno finanche tentato di richiamare, ad alta voce, l’attenzione del personale interno. Ma nulla da fare, come se dentro non ci fosse più nessuno. E’ allora che vengono chieste spiegazioni ai Carabinieri che pur recependo le istanze dei delusi non possono nulla rispetto al compito di garantire la pubblica sicurezza. Dopo una ventina di minuti anche i militari lasciano la piazza per altre esigenze. «Sono originaria di Caserta, ma vengo a Ravello dal 1977 e qui sono residente perché proprietaria di due abitazioni» ci confida la dottoressa Aurora Cannavale «ma dov’è finito il garbo di Ravello?» si domanda.

«E’ assurdo che per pochi giri di lancette non si possa prendere parte allo spettacolo» afferma Giulio Del Villano, avvocato di Caserta che aveva acquistato cinque tagliandi, come Mauro Marino di Casapesenna.

«Non è stato facile trovare parcheggio – aggiunge un giovane – come non è stato facile giungere agevolmente qui. Oggi è domenica e un minimo di tolleranza poteva essere concesso».

Intanto il concerto, all’interno, è già iniziato. Tra i delusi, lasciati ormai al loro destino, anche il portavoce del governatore Stefano Caldoro, Gaetano Amatruda, giunto in compagnia di cinque amici (con regolare biglietto) che, divenuto bersaglio delle critiche, con senso di responsabilità istituzionale tira fuori lo smartphone e intorno alle 23,10 pensa bene di telefonare al segretario generale della Fondazione Ravello, nonché direttore di Villa Rufolo Secondo Amalfitano, per cercare di mediare e garantire l’ingresso, a costo di assistere al concerto anche in piedi in un angolo recondito del belvedere, a quelle persone che avevano acquistato regolarmente il tagliando. Ma nulla da fare, Amalfitano è irremovibile. Al telefono conferma che la chiusura dei cancelli è avvenuta alle 21,55. Il tutto monitorato dalle telecamere di videosorveglianza della Villa.

Intanto all’esterno sale la rabbia e qualcuno cerca di forzare la cancellata fino a quando qualcuno pensa bene di scavalcarla e aprirla dall’interno. Scene da assalto alla Bastiglia con chi non ci pensa due volte prima di entrare e chi, preferisce rimanere al proprio posto per non incorrere in imprevisti. Trascorrono pochi minuti che gli arditi vengono accompagnati nuovamente all’esterno dai Carabinieri e da un addetto della Villa che, con fare non proprio da gentleman, scaraventa a terra lo smartphone del giornalista Emiliano Amato che stava filmando e fotografando le scene l’episodio.

Ed è qui che la polemica si infiamma ulteriormente con le urla della gente e gli spintoni che inevitabilmente attirano un cospicuo numero di curiosi. Le proteste sono tutte contro l’organizzazione “incapace di gestire questo tipo di eventi” afferma una donna e contro gli enti pubblici che vanno a comporre la Fondazione Ravello (Regione Campania e Comune di Ravello) che quest’anno ha beneficiato di ben 4 milioni di euro di fondi europei.

Un episodio, questo, che ha senza dubbio rovinato una grande serata di musica.

Annunciate, per i prossimi giorni azoni legali e richieste di risarcimento, nonché interrogazioni al presidente Caldoro.

E in paese c’è chi approva la linea del rigore e chi invece, solidale con i delusi, ricorda che Ravello continuerà ad essere il paese della tolleranza e dell’accoglienza.

Articolo de Il Vescovado

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