La debole voce del Governo: la stagione turistica nella tempesta della pandemia

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Questa breve riflessione deve necessariamente muovere da alcuni dati. La Francia attira 90 milioni di turisti all’anno, la Spagna 83,5 e l’Italia solo 60 milioni, nonostante le sue ricchezze naturali, culturali e culinarie.

Nella corsa per salvare la prossima stagione turistica estiva, l’Italia è in ritardo rispetto alle sue rivali mediterranee, Grecia e Spagna. In Grecia da tempo sono stati avviati programmi pilota per i turisti stranieri: almeno 69 isole avranno abitanti completamente vaccinati entro i prossimi giorni di maggio.

Il modello greco è stato guardato con grande favore per gli abitanti delle più importanti isole turistiche italiane, come Capri, Stromboli e Panarea, in assenza, però, di qualsiasi interesse da parte del Governo, che ha preferito trincerarsi dietro generiche assicurazioni sui risultati, finora solo sperati, del contrasto alla pandemia.

In questo contesto, la Confindustria, da parte sua, ha ridotto le stime sulla crescita dal 4,8 al 4,1 per cento, e due terzi di questo risultato negativo dipende proprio dalle cattive previsioni della stagione turistica. In nessun conto è stata tenuta la valutazione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (OCSE), secondo la quale il settore turistico in Italia rappresenta il 13 per cento del prodotto interno lordo e quasi il 15 per cento dell’occupazione.

Se l’Italia vuole davvero avere una possibilità di rivitalizzare la sua economia dopo la pandemia deve prendere consapevolezza che non basta che gli italiani trascorrano le vacanze nel loro Paese, è necessario attrarre più turisti stranieri che hanno maggiori disponibilità finanziarie, favorire il banqueting (cerimoniale e non) e l’ organizzazione di eventi.  Proprio in ragione dei dati, innanzi sinteticamente indicati, affidarsi fideisticamente al solo risultato del piano vaccinale – per altro in forte ed evidente ritardo – può essere esiziale per il settore turistico.

Il pericolo di perdere centinaia di migliaia di turisti stranieri non è più una probabilità, oggi è quasi una certezza. A ciò si affianca la “calata” in Italia di importanti gruppi esteri. L’azienda franco-italiana Covivio, di proprietà del miliardario Leonardo Del Vecchio, ha acquistato sette dei nostri più prestigiosi alberghi; Lvmh-Moet Hennessy Louis Vuitton, multinazionale parigina, si appresta ad espandersi nel nostro Paese, acquisendo importanti villaggi e strutture turistiche di fama internazionale.

Nel mentre, i piccoli e i medi alberghi corrono il rischio di cadere nelle mani della criminalità organizzata, che utilizza, ormai costantemente, la leva dell’usura a fronte dell’attuale gravissima crisi economico-finanziaria.

Senza un intervento “innovativo” del Governo e in assenza di idonee misure, il disastro pare inevitabile: il Piano di “Resilienza” è troppo lontano ed incerto per poter produrre effetti immediati nel breve periodo.

Ritengo che proprio queste motivazioni siano state poste alla base dell’intervento del Presidente della Regione Campania, il quale sia pure con i soliti toni, eccessivamente perentori e palesemente autoreferenziali, ha ritenuto determinante uno sviluppo dei piani vaccinali diversificato rispetto alla progressione riferibile alla sola età anagrafica.

In una prospettiva di migliorare l’offerta turistica, mi pare lodevole l’iniziativa che l’Amministrazione cittadina ha perseguito con il ripascimento del litorale nella zona orientale di Salerno. L’intervento deve, però, essere completato con idonee strutture (esempio, bagni e docce pubbliche), finalizzate ad un miglior utilizzo delle spiagge da parte degli utenti, nonché da una politica che valorizzi e tuteli l’intervento privato, in ragione di rilevanti investimenti richiesti dalla nuova conformazione del bene demaniale. Si tratta di un appuntamento importante al quale la prossima amministrazione non potrà mancare, se davvero vuole immaginare un futuro turistico alla nostra città.

Giuseppe Fauceglia

1 Commento

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  • Circa il futuro turistico della nostra città direi che, ormai, possiamo dimenticarlo.
    É stata palesemente fatta la scelta delle edificazioni esagerate, totalmente in contrasto con le attuali tendenze di gusto.
    Mentre altre amministrazioni spingevano verso la manutenzione, il recupero, le ristrutturazioni, gli spazi verdi e i piccoli insediamenti abitativi, a Salerno si é scelto di far costruire grattacieli di 15 piani o ammassi di cemento tipo Crescent.
    Chi é quel folle che desidera visitare la città del cemento, dal mare con lo stesso colore?
    Evidentemente nel casertano non c’erano più spazi da depredare ed edificare?

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