La minore: «Ebbi rapporti sessuali col mio patrigno»

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Ha confermato tutte le accuse aggiungendo anche di aver avuto altri rapporti sessuali con il compagno della madre.
Si è svolto ieri mattina – come scrive il quotidiano Le Cronache oggi in edicola – l’incidente probatorio tra D.S. il 37enne picentino accusato di aver avuto rapporti sessuali con una minore e la vittima, figlia della compagna dell’uomo.
La ragazzina davanti al Gip Stefano Berni Canani, agli avvocati delle parti e una psicologa ha confermato di aver fatto sesso con l’uomo nell’estate del 2015 affermando che all’epoca dei fatti aveva una cotta per il patrigno con cui viveva insieme alla madre.
«Quando mi abbracciava avevo i brividi». Sarebbe stata questa una delle frasi dette dalla ragazzina che ha poi fornito ulteriori dettagli del rapporto con il 37. La quindicenne ha raccontato che l’uomo entrò nella stanza mentre lei era sul letto e iniziò ad accarezzarla, da una carezza all’altra hanno finito con l’avere un rapporto sessuale. La storia poi è andata avanti. E qui la piccola è scesa nel dettaglio tirando fuori altre cose che, nella fase investigativa, non aveva detto.
Che lei di quell’uomo si fosse invaghita, che provasse una qualche forma di sentimento per lui, la quindicenne non lo ha mai negato anche se ieri la ragazza ha ammesso che, prima che la madre si accorgesse di ciò che stava accadendo, lei aveva iniziato a riflettere su quella relazione e anche su cosa fosse più giusto per lei.
Ha ripercorso quanto già dichiarato arricchendo il racconto con nuovi particolari e ribadendo che durante quei rapporti sessuali lei non provava nulla. Ieri mattina, c’era anche il papà della ragazzina, che vive e lavora fuori provincia, molto arrabbiato con l’imputato e la ex compagna per quanto vissuto dalla figlia.
A febbraio scorso D.S., ora detenuto nel carcere di Vallo della Lucania, fu ammanettato dai carabinieri della stazione di Mercatello in esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta del Pubblico Ministero Roberto Penna.
A rivolgersi ai carabinieri, nel luglio del 2016, era stata la madre della ragazzina non appena aveva saputo di cosa fosse stato capace il compagno non aveva esitato a sporgere denuncia.

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