Stop colloqui con detenuti: scoppia la rivolta nel carcere di Salerno

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Si sono vissuti attimi di forte di tensione nel carcere di Salerno-Fuorni a causa di una di rivolta inscenata da oltre cento detenuti che sono anche saliti sul tetto della struttura dopo aver danneggiato alcuni ambienti interni mettendo a ferro e fuoco il penitenziario armati dei ferri delle brande e devastato tutto ciò che si poteva distruggere.

La protesta sarebbe scoppiata dopo l’annunciata sospensione dei colloqui – fino al 31 maggio disposta con ultimo decreto del Consiglio dei Ministri.- con i familiari per l’allerta Coronavirus. Sul posto oltre agli Agenti della Polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta anche il questore di Salerno e il comandante provinciale dei carabinieri.

La rivolta è stata sedata dopo qualche ora comunque senza scontri: l’ampio dispiegamento di forze, fra cui i militari del decimo Reggimento Mobile Carabinieri Campania ed un elicottero del Nec di Pontecagnano ha ricondotto alla ragione gli animi dei detenuti.

LE REAZIONI POLITICHE

LUCIA VUOLO: “SOLIDARIETÀ ALLA PENITENZIARIA, SERVONO PIÙ AGENTI”

“Solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria impegnati a sedare una rivolta scoppiata nel carcere di Salerno. Mi auguro che la Procura apra immediatamente un’inchiesta per chiarire le responsabilità di quanto accaduto oggi pomeriggio”. Così Lucia Vuolo, europarlamentare della Lega, interviene su quanto avvenuto nella casa circondariale di Salerno-Fuorni.

“Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la rivolta sarebbe scoppiata per la soppressione dei colloqui per via dell’emergenza Coronavirus. Tuttavia, nessun provvedimento dell’amministrazione penitenziaria può giustificare quanto accaduto. Serve il pugno di ferro e come Lega mi impegno a portare il caso della carenza di agenti all’interno delle carcere italiane all’attenzione dell’europarlamento. Questo scempio deve finire”.

CIRIELLI (FDI): “RIVOLTA NEL CARCERE DI SALERNO E’ COLPA DI BONAFEDE”.

“Ciò che sta avvenendo, in queste ore, nel carcere di Salerno è l’ennesima dimostrazione che Bonafede non è adeguato per ricoprire la complicata funzione di ministro della giustizia. Si dimetta subito”. Lo dichiara il Questore della Camera Edmondo Cirielli alla luce della violenta protesta organizzata dai detenuti nella casa circondariale di Fuori contro le nuove disposizioni che vietano i colloqui fino al prossimo 31 maggio.

“Nonostante le sollecitazioni del Sappe e di tutti i sindacati della Polizia Penitenziaria, il ministro fino ad oggi non ha voluto adottare le misure di sicurezza idonee volte a prevenire la diffusione del Coronavirs e tutelare l’incolumità del personale penitenziario per un assurdo buonismo sinistroide. Lo dimostra anche la tensione nel carcere di Poggioreale a Napoli. La mia totale solidarietà va agli agenti della Polizia Penitenziaria impegnati a garantire, nonostante le molteplici difficoltà, la sicurezza nelle carceri italiane” conclude Cirielli.

PSI SALERNO E FGS CAMPANIA: “LA RIVOLTA ANNUNCIATA”.

La rivolta dei detenuti, già evidentemente preannunciata, che si sta tenendo in queste ore sul tetto della Casa Circondariale di Salerno, lascia pensare che i problemi da noi più volte evidenziati non sono stati ancora tenuti in considerazione. Fermo restando che le modalità del dissenso non trovano alcuna giustificazione, ci preme riproporre quanto più volte evidenziato nei mesi scorsi.

Le nostre visite a cadenza regolare nelle varie sezioni del penitenziario, hanno infatti portato al rilancio di alcune proposte. Una su tutte la necessità di incrementare gli agenti di polizia presenti nella struttura (in particolare nei weekend, quando la situazione è di difficile gestione). La proposta era stata accolta dal consigliere regionale e segretario nazionale del PSI, Enzo Maraio, che ha immediatamente seguito l’iter burocratico necessario per giungere ad una fattiva risoluzione.

Bisogna garantire, in questo momento di grande preoccupazione, uguali diritti a tutti: da un lato la polizia penitenziaria, lo ribadiamo, necessita di ulteriori unità per poter gestire adeguatamente i detenuti presenti nella struttura circondariale di Fuorni; da un altro, ci teniamo a precisarlo, i detenuti necessitano di avere supporto morale e materiale da parte dei propri familiari e legali che ne seguono le vicende.

Sarebbe auspicabile una soluzione mediata: magari con visite programmate e scaglionate al fine di evitare assembramenti, così come richiesto dalle disposizioni governative e regionali. Ciò detto, non possiamo assolutamente giustificare i motivi e soprattutto le modalità di tale rivolta: non è possibile difendere chi ha compiuto gesti tanto gravi.

Siamo al fianco degli agenti e del direttore Rita Romano: con notevoli sforzi, stanno gestendo una situazione molto delicata che merita la dovuta attenzione. Chiediamo ancora una volta un’adeguata attenzione nei riguardi della Casa Circondariale di Salerno: la nostra proposta, lanciata da Maraio, necessita di essere attuata nel minor tempo possibile.

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