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Il sindaco di Agropoli lancia una proposta al Governo Renzi: usare i 10 miliardi di euro per creare nuovi posti di lavoro per i giovani

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«Le dichiarazioni e le scelte del nuovo Governo sono finalmente la risposta alla richiesta di concretezza del Paese. Rispetto alla manovra economica messa in campo in questi giorni, però, il pragmatismo e la grinta mostrati dal Presidente Matteo Renzi mi spingono a lanciare una proposta secca. Dal momento che è assodato il fatto che i 10 miliardi di euro sono disponibili, anziché produrre un sollievo minimo alle famiglie con una busta paga integrata di neppure 100 euro al mese, sarebbe opportuno valutare il fatto che con queste risorse si potrebbero creare circa un milione di nuovi posti di lavoro, con una retribuzione annuale di circa 10.000 euro all’anno».

E’ questo il punto di vista del sindaco di Agropoli Franco Alfieri che lancia l’idea al Presidente Matteo Renzi e aggiunge: «Se la manovra vedesse come destinatari i giovani, si darebbe respiro ai tanti disoccupati che, purtroppo, nella maggior parte dei casi non hanno neanche l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro. Farsi conoscere, sperimentare le proprie potenzialità, formarsi sul campo, sarebbe il modo migliore per ridare fiducia ai nostri giovani ormai rassegnati e, allo stesso tempo, garantire loro un minimo di sostentamento.

Dove collocare questo milione di giovani? Sarebbe certamente lungimirante avviarli al settore dell’innovazione, sia nel pubblico che nel privato. A differenza della manovra immaginata dal Governo si raggiungerebbe un triplice obiettivo: si darebbe una risposta ai giovani che con urgenza devono riacquistare fiducia nel loro futuro, si garantirebbe il necessario sollievo alle famiglie che hanno a carico il sostentamento di uno o più figli, e verrebbe assicurato un significativo impatto sui consumi, vista l’elevata propensione alla spesa dei ventenni.

 

Il disegno potrebbe, tra l’altro, prevedere meccanismi per cui i giovani che con la manovra hanno fatto una loro prima esperienza di lavoro, dimostrando capacità e merito, possano rientrare nel naturale turnover del mercato del lavoro. Un disegno semplice, logico e con un impatto che, se ben strutturato, potrebbe avere effetti significativi sia nell’immediato che nel lungo periodo sui consumi e sulla “speranza!”».

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