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Campania, arrestato il Presidente del consiglio regionale

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Avrebbe fatto pressioni per far nominare il direttore sanitario e amministrativo dell’Asl di Caserta. Questa l’accusa che ha portato all’arresto per tentata concussione del presidente del Consiglio regionale della Campania, Paolo Romano. E’ candidato alle prossime elezioni europee nella lista Ncd. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata firmata dal gip di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della procura. Romano avrebbe fatto pressioni sul direttore generale dell’Asl di Caserta. Il pm aveva ipotizzato l’indebita induzione, ma il giudice ha qualificato più gravemente i fatti contestati al presidente del Consiglio regionale campano, individuando nelle sue condotte anche delle minacce.

Il provvedimento cautelare è firmato dal gip di Santa Maria Capua Vetere il 15 maggio scorso su richiesta della procura depositata il 3 febbraio. Il giudice, sottolinea una nota, ha però qualificato più gravemente i fatti contestati a Romano: secondo il magistrato l’esponente politico avrebbe fatto minacce, strumentali ai suoi fini illeciti, accantonando, invece, l’ipotesi dell’indebita induzione, ipotizzata dai pm.

Secondo gli investigatori, Romano, nel corso di vari incontri avuti con l’attuale direttore dell’Asl di Caserta, Paolo Menduni, avrebbe fatto riferimento ad una sorta di accordo politico che prevedeva la spartizione di incarichi di vertice nella pubblica amministrazione regionale. Il presidente  del Consiglio regionale campano – sottolinea il procuratore della Repubblica, Corrado Lembo – avrebbe inoltre esercitato pressioni e minacce verso il funzionario per costringerlo a revocare le nomine di dirigenti che Menduni avrebbe effettuato senza assecondare le sue indicazioni.

Arresto Romano:Alfano, noi garantisti, fiducia in magistrati

“Abbiamo un’impostazione garantista, abbiamo fiducia nella magistratura e speriamo che Romano riesca a dimostrare che non merita il provvedimento”. Lo sottolinea il leader di Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in un’intervista a Tgcom24, commentando l’arresto di Paolo Romano.

Arresto Romano: legale, impianto accusatorio inconsistente 

”Un impianto accusatorio non dico debole ma del tutto inconsistente sotto il profilo penale e fattuale”. Così l’avvocato Nicola Garofalo, legale del presidente del consiglio regionale della Campania Paolo Romano, commenta le accuse a fondamento dell’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari eseguita oggi dalla Guardia di Finanza di Caserta nei confronti dell’esponente politico. ”Approfondiremo comunque l’esame degli gli atti – ha aggiunto il legale – Mi sembra di capire che la denuncia di Paolo Menduni (il direttore generale dell’Asl di Caserta le cui dichiarazioni hanno dato avvio all’inchiesta, ndr) non faccia riferimento a minacce o pressioni. Si può anche immaginare che si tratti di deduzioni fatte dal dirigente della Asl”.

Arresto Romano: Caldoro, dimostrerà correttezza sua azione
“Resto garantista e sono convinto e fiducioso che Paolo Romano dimostrerà la correttezza della sua azione”. Così il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Tutto avverrà, conoscendo il senso istituzionale dei protagonisti, nel rispetto dell’azione della magistratura”, conclude Caldoro.

Arresto Romano: indagini su altri politici e giornalisti

Nell’inchiesta della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato oggi all’arresto del presidente del Consiglio regionale della Campania Paolo Romano sono coinvolti, secondo quanto trapelato, anche altri esponenti del mondo politico nonché del giornalismo. Il coinvolgimento di cronisti della stampa locale farebbe riferimento alla pubblicazione di interviste e servizi sulla gestione della Asl di Caserta che, secondo gli inquirenti, avrebbero avuto come scopo principale quello di esercitare pressioni sul dirigente dell’ente sanitario che si rifiutava di assecondare le sollecitazioni dei politici per le nomine del direttore sanitario e del direttore amministrativo. A denunciare le presunte pressioni fu lo stesso direttore generale della Asl Paolo Menduni. Menduni agli inquirenti denunciò anche minacce anonime, spiegando tuttavia di non essere certo della correlazione di tali episodi con l’ostilità nei suoi confronti per le mancate nomine o altre iniziative adottate che non venivano incontro alle richieste dei politici. Tra queste anche un sms con il messaggio: ”abbiamo decretato la tua fine”. Altre minacce furono denunciate da un dirigente dell’ente sanitario, che riferì di essere stato avvicinato da due sconosciuti i quali gli avrebbero rivolto frasi intimidatorie in relazione a una gara di appalto. Va sottolineato che tali vicende non fanno parte delle contestazioni contenute nella ordinanza cautelare eseguita oggi.

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