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Lotito: “La Lazio intasca la pubblicità dalla Salernitana”

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Claudio Lotito chiede una mano ai tifosi della Lazio inaugurando l’Academy del club intitolata a Bob Lovati: «Io non ho mai chiuso ai tifosi, ho parlato di futuro partendo dal presente. Sono cosciente che l’apporto dei tifosi è fondamentale ma resto coerente sulla mia posizione, volevo far capire alla gente che provo sentimenti autentici per questa squadre e ho sottolineato che ascolto tutti. L’unione fa la forza e spero che questa Academy, prima in Italia, possa servire. Io voglio mettere i giocatori nella condizione di allenare la mente, lo spirito e devono mettere in campo il target Lazio. Essere laziali è un modo di vivere.

Nell’Academy insegni non solo la tattica ma i valori che si vogliono inculcare. Il carattere della squadra nasce da quello che inculchi, non si deve mai abbassare lo sguardo ma dobbiamo avere l’orgoglio dell’appartenenza restando nella legalità, nel merito, nel rispetto delle regole. Le persone vivranno qui e acquisiranno anche le metodiche calcistiche. Come si riparte? Ho aperto Formello proprio per far capire come sono – continua il presidente -. Io non ci guadagno con la Lazio, ci sono parti correlate controllate dagli enti preposti. Io l’unica cosa che ho fatto è stato modificare alcuni servizi che prima erano affidati ad altre società che avevano costi maggiori e qualità inferiore. Oggi la situazione è diversa. Tutto ha un costo, quello che mi dicono sono mistificazioni. Tutto è scritto nei bilanci.

Nella Salernitana ci sono undici giocatori della Lazio che guadagnano un milione e 300 mila euro e che dovrebbe pagare la Lazio. La pubblicità della Salernitana la intasca la Lazio. La Lazio è anche l’unica società che ha una società cadetta a cui non paga il premio di valorizzazione e che si fa carico anche degli ingaggi. Vogliamo che questi giovani abbiano l’orgoglio dell’appartenenza. Venerdì sono andato a una cerimonia per ricordare la memoria di Paolo Borsellino. Mi è rimasta impresso un frase: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. Noi vogliamo vivere, non sopravvivere.

Vogliamo creare una grande famiglia. Questo sarà il progetto che ci permetterà di rimanere presente nei secoli. In questa occasione vorrei ricordare il 26 maggio, forse qualcuno se lo dimentica. In questa stagione siamo meno soddisfatti, a partire dal presidente, ma dobbiamo ripartire. La primavera può ancora giocarsi lo scudetto. Voglio che si capisca che nel presidente non alberga solo un rigore gestionale, ma anche passione, sono custode di questi valori. L’unica cosa che mi rimprovero è che non sono riuscito ancora a colpire nel cuore di tutti i tifosi. Io sono legato a questi colori, a questa spinta emotiva. Aiutatemi ad essere mago di sentimento, così potremo fare grandi cose insieme. Ora ricordiamo il 26 maggio, è vero che non abbiamo vinto niente quest’anno, ma per sei mesi vi siete divertiti. Quel gol tra l’altro è stato realizzato nella stessa porta in cui segnò Fiorini».

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