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Lotito a La Città: “Vi ricordate i fallimenti in pochi anni?”

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“Nella vita si fanno delle scelte: Gregucci ha scelto di dire no alla nostra offerta e ne abbiamo preso atto”. A dirlo Claudio Lotito in una intervista al quotidiano La Città. Il patron aggiunge: “Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Ci sono idee, visioni, aspettative. Poi vanno confrontate e si vede se ci sono i presupposti per il matrimonio. Con Angelo Gregucci non c’erano. Premesso che ognuno ha le proprie idee sul calcio, ho voluto incontrarlo per capire. Lui giustamente fa un ragionamento di carattere economico: ritiene di essere un allenatore di grido e chiede stipendio commisurato. Noi, invece, facciamo un ragionamento di carattere progettuale, organizzativo, di rendimento: lo stipendio va rapportato alla categoria, deve tener conto dell’obiettivo raggiunto. Se non vinci, che ti devo dare? Il contratto è un’altra cosa sulla quale si dovrebbe ragionare. Se tu allenatore resti a casa e non vieni ad allenare a Salerno per un mese, allora si potrebbe operare diversamente.

Dall’altra parte il professionista dice ‘carta canta’. Ha il contratto e lo impugna. E’ un po’ come la barzelletta del cliente e dell’avvocato, ma lasciamo perdere. Con mio cognato tutto in ordine – prosegue Lotito replicando alle presunte voci di frizioni all’interno della proprietà sul destino di Gregucci – Marco ha parlato prima di me con Gregucci e aveva preso la sua decisione di separarsi dall’allenatore. Poi ho voluto capire io. Tutto ok, nessuna divergenza. D’altra parte,c’eravamo incontrati per rinnovare, non per cacciarlo. E’ uguale a quando si entra in un negozio perché in vetrina c’è un abito bello: ti piace, lo guardi, chiedi il prezzo ma se non fa per te non lo prendi più. Forse Gregucci aveva pure qualcos’altro per le mani”.

Sul futuro e sulle scelte Lotito aggiunge: “La squadra la fa la proprietà, ascoltate le indicazioni del direttore sportivo che segue il mercato. L’allenatore è tecnico, gestore del gruppo ed aziendalista e deve far rendere la squadra esaltandone le caratteristiche. Tempi stretti, assolutamente. A luglio c’è il ritiro, bisogna organizzare. Ne parlerò nei prossimi giorni con Fabiani e mio cognato. Vorrei, però, che tutti ricordassero una cosa: gli uomini passano, sia gli allenatori che i calciatori, funzionali a una stagione o più di una. Solo una cosa è importante: il club, quindi chi lo gestisce. Il presidente è fondamentale, perché è quello che ci mette i soldi. Noi dobbiamo fare valutazioni attende, di salvaguardia del patrimonio calcistico che appartiene ad una piazza. Ve la ricordate la storia? Purtroppo ci sono stati due fallimenti in pochi anni. Spendere bene non significa spendere poco. Anzi, meglio spendere bene e con oculatezza che spendere tutto sperperando, senza raggiungere poi l’obiettivo. La squadra sarà di sicuro competitiva”.

Fonte La Città di Salerno

 

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