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Semplificazione, De Luca: “Risolvere nodo Soprintendenze e ricorsi amministrativi”

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“Il Governo sta facendo uno sforzo straordinario per dare una spallata ad un paese che viene da decenni di mummificazione. Si fa fatica a portare a compimento le riforme istituzionali e della PA. Alcune di queste proposte necessitano di modifiche, perché non tutto è ragionevole. Il problema è che, se non si dà subito questa spallata, si rischia di non fare alcun passo in avanti. Dunque diamo questa spallata, a condizione che, nel corso della definizione dei provvedimenti, si faccia un’operazione di concretezza rispetto ai territori e si faccia attenzione all’equilibrio generale dei poteri”.

Lo ha detto il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a LIRATV. “Un caso emblematico della questione riguardante i territori – – prosegue il Sindaco –   è quello delle sezioni distaccate dei Tar, nel quale si rischia di arrivare ad un risultato opposto rispetto a quello che si vuole raggiungere, ovvero la razionalizzazione della spesa. Mi auguro che, per quanto riguarda il caso di Salerno, così come per Catania e Lecce, ci sia una modifica nel corso della discussione parlamentare.

In quest’ottica di semplificazione bisogna, poi, incidere su alcuni nodi che non sono stati ancora toccati. Penso, in particolare, alle Soprintendenze: se non tocchiamo questo nodo, così come quello dei continui ricorsi amministrativi, l’Italia è un paese morto. Ci sono realtà sottoposte a vincolo assoluto, e su questo non c’è da discutere perché tutti abbiamo interesse a tutelare l’ambiente. Quando, però, si parla di aree urbane, la Soprintendenza non può avere lo stesso tipo di responsabilità che ha, ad esempio, per la Costiera Amalfitana.

Bisognerà rimuovere le tante resistenze all’azione di rinnovamento del Governo. Io credo che, se i provvedimenti vengono pensati con più attenzione, questo rinnovamento avviene prima e non dopo. Alcuni punti che riguardano la riforma della PA non mi convincono, in particolare quella che riguarda i segretari generali e i dirigenti. La possibilità di licenziare i dirigenti è un’idea che demagogicamente può anche andare bene, ma questo significa eliminare un elemento caratteristico della PA europea, ovvero l’autonomia dei funzionari e dei dirigenti pubblici. Dunque un conto è togliere di mezzo i dirigenti che non fanno niente e non producono risultati, altro è dare la possibilità alla parte politica di licenziarli: questo significa renderli ricattabili, il che produce un danno alla cittadinanza”.

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