Ma Anna Petrone pensa che si possa fare di più. ”Liberare le persone con dipendenza da eroina dallo stigma sociale che spesso le condanna all’emarginazione. E per conseguire questo risultato bisogna iniziare a trattare i tossicodipendenti che ormai controllano la propria dipendenza (quelli stabilizzati) come tutti gli altri malati cronici. Il recepimento della dipendenza come malattia ha rimosso lo stigma, la colpa e il biasimo sociale che hanno da sempre accompagnato il tossico dipendente. Siccome – conclude la Petrone – mi sono sempre battuta per garantire l’integrazione sociale, il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza LEA, i diritti dei cittadini soprattutto quelli più deboli, penso che: “come ogni altro cittadino il tossico dipendente stabilizzato ed affidabile dovrebbe ricevere le cure con le stesse modalità degli altri cittadini malati. Questo avviene già in diverse regioni d’Italia come Puglia, Lazio, Abruzzo e Friuli.