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Un pensiero “ardito” ma non troppo… San Matteo, una celebrazione tra preghiera e sobrietà (di Tony Ardito)

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L’abile opera di mediazione e la “intonata” regia di don Michele Pecoraro, parroco del Duomo di Salerno, hanno prodotto i loro frutti e contribuito, non poco, a restituire la dovuta serenità e la congrua cifra alle celebrazioni in onore di san Matteo, conclusesi il 21 settembre con la processione lungo le strade del centro.

La cerimonia ha avuto un incedere sobrio e disteso; scandita da più momenti di corale raccolta ed invocazione ed arricchita da una, sempre, meravigliosa cornice di popolo. E’ culminata con i rinnovati voti al Patrono e la solenne benedizione, impartita ai fedeli dall’arcivescovo, Luigi Moretti, al suggestivo rientro delle reliquie del Santo e delle Paranze in Cattedrale.

Ho seguito con attenzione ogni attimo della manifestazione, ho osservato mille volti; cercato di captare e cogliere le sensazioni, gli umori, il patos. Mi son chiesto cosa ci fosse di antico e nuovo in un evento, ogni anno, vissuto tanto intensamente dai salernitani.

Poi, mi è giunta, semplice, la risposta; anzi, le risposte: l’intenzione e la bellezza di ritrovarsi insieme, giovani e adulti, bambini e anziani, intere famiglie, nella preghiera; il desiderio di condividere un importante momento di culto, di gioia, di festa che riporta ciascuno alle medesime radici e ravviva il sentimento verso la propria comunità; il buon sapore della tradizione.

Tra san Matteo e la sua Città, una osmosi, una empatia che rendono indissolubile e speciale il legame. E’ un richiamo viscerale; un vincolo sancito nella Fede, radicato nella Storia, confermato nella Speranza.

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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