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Niente processi a Torrente ma far finta che va tutto bene è peggio

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Il venerdì nero di Crotone regala non pochi spunti di riflessione. Allo “Scida” registrati pericolosi passi indietro di una squadra che ha cancellato, con un colpo di spugna, quanto di buono aveva fatto vedere nelle precedenti gare, anche in inferiorità numerica. Un black out figlio di un corto circuito tecnico – tattico che prosegue da mesi ed al quale il mister non ha ancora trovato il giusto rimedio. Black out con i granata che si sono intrufolati in un tunnel buio da subito, con trame alla ceca e incredibili amnesie – ma non quelle morali di Varrelliana memoria –. Stavolta si parla di orrendi svarioni che hanno agevolato il facile successo dei pitagorici. Gioco di squadra zero, lampi di genio dei singoli, men che zero.

Anche Lanzaro ha macchiato le sue ottime refererenze con una prestazione del tutto insufficiente come quella dei compagni. Pacchetto arretrato bocciato dove questa volta dietro la lavagna ci finisce il terzo difensore dei quattro espulsi: Moro a Brescia, Schiavi a Pescara, Trevisan con la Ternana e Franco a Crotone. Coda è rimasto a Parma, fisicamente e mentalmente, Terracciano ci ha messo del suo e per Torrente e compagni è giunta mezzanotte con la prima sconfitta lontano dall’Arechi la seconda in sei giornate di campionato con due vittorie, due sconfitte e due pareggi. Quel che preoccupa è la pericolosa involuzione da affrontare nel chiuso degli spogliatoi. Torrente è certamente una persona seria ed onesta, ma questo concetto non deve diventare una botte di ferro in cui blindare l’allenatore: una cosa è l’onestà, un’altra è la capacità di trovare in tempi brevi la quadratura del cerchio. La Salernitana non è ancora una squadra, il campionato va avanti e la classifica non è brutta ma neppure bella. Cominciare processi all’allenatore è inutile e pericoloso ma non serve nemmeno far finta che tutto va bene…

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