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Prima di tutto Servire di Tony Ardito

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“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quella della complicità”. Sono parole pronunciate da Paolo Borsellino.
Al netto di qualche scoop mediatico, quando si è distratti da altri tipi di emergenze e priorità, si distoglie la attenzione dal fenomeno delle mafie ed esse sfruttano il momento per serrare le fila, riprogrammare, rinsaldare vecchie alleanze e sancirne di nuove; per rigenerarsi ed insinuarsi nelle moderne e diverse economie.
Già, perché coloro i quali ritengono che la mafia sia una e sia limita ad un’organizzazione criminale che agisce prevalentemente nell’ambito di un territorio, sbagliano. La mafia è un modo di essere, di pensare e di agire che mira ad innestarsi ed intrecciarsi con tutto ciò che afferisce al tessuto sociale ed a condizionarlo, sino ad orientarne le scelte.
Sono tanti, troppi quelli che per il sol fatto di aver assolto al proprio servizio, sovente anche con il solo esempio o la parola limpida e libera, hanno dovuto tributare la altissima testimonianza del sacrificio estremo.
Al di là della facile retorica e del fatto che la classe politica, nel suo insieme, non riesca a distinguersi e farsi apprezzare per la capacità di interpretare davvero il sentire comune, io credo che ancora oggi nei partiti e nelle istituzioni, a qualunque livello, molte persone si impegnino con serietà e rettitudine onde assolvere al proprio compito di rappresentare il cittadino e la comunità, ma talvolta si ritrovano imbrigliate, fagocitate dalla teoria del più forte – o forse del più furbo e cinico – e vinte da logiche finalizzate alla gestione del potere, interne ed esterne a quei luoghi, che finiscono con il prevalere e spesso lo svilire il buono che pure si produce.
Mi piacerebbe si evocasse l’immagine dei delfini i quali, quando sono in branco, non temono nessuno, neppure l’attacco feroce dello squalo; anzi insieme si fanno forti e lo affrontano sino a farlo desistere e scappare.
Ci vuole maggiore consapevolezza e determinazione se si ha intenzione di scuotere le coscienze; di ripudiare e combattere le ingiustizie e le illegalità a qualsiasi livello; di affermare il rispetto delle regole in ogni dove; di rivendicare, starei per dire, pretendere comportamenti ed atti trasparenti; se si vuol richiamare ciascuno a compiere il proprio, primario dovere, ovvero Servire, innanzitutto, Servire.

editoriale a cura di Tony Ardito

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