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M5S, De Luca attacca Fico, Di Maio e Di Battista: «Tre mezze pippe…»

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Sedici minuti di battute, critiche, sfottò, moniti: è il tempo dedicato dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al commento sulla situazione attuale del M5S, nel corso del suo intervento settimanale a Lira Tv. Prendendo spunto dall’analisi della giunta capitolina di Virginia Raggi, l’ex sindaco Pd di Salerno esordisce ironicamente: “Credo saranno a lutto tutti i membri dell’associazione “Amici delle bambole”.

La cosa positiva di questa vicenda è che si è svelato l’arcano del M5S: sono usciti al naturale. Il M5S ha portato sulla scena personaggi di valore, ma anche personaggi assolutamente improbabili: miracolati, che si ritrovano ad avere ruoli nazionali”. E aggiunge: “A molti osservatori il fenomeno del M5S è parso come lo stato d’animo degli innamorati. Gli psicologi, quando si riferiscono all’innamoramento, parlano di anestesia percettiva: quando ti innamori, non vedi più niente, c’è una nuvola che ti avvolge, non vedi più la realtà. Una ‘scorfana’ ti pare una principessa: magari non vedi neanche i suoi pelacci, i suoi baffi, le sue varici. Questo vale ovviamente anche per gli uomini, non vorrei che l’associazione “Amici delle bambole” mi accusasse di sessismo. Quindi, per l’anestesia percettiva una donna può avere davanti un perfetto imbecille e può apparirgli un personaggio”.

Continuando la sua metafora, De Luca afferma che è finito l’innamoramento per il M5S, elenca i tre errori del movimento e della giunta Raggi, poi rifila la sua staffilata ai vertici pentastellati: “I 5 Stelle non sono ancora nati e hanno già 50 correnti. E’ emerso un trio, già visto nella vicenda di Quarto, era appollaiato su un trespolo: il Di Battista, il Luigino Di Maio e il Fico. Oggi si rivelano all’Italia nelle vesti proprie. Luigino Di Maio il chierichetto, Fico il moscio (ovviamente) e l’emergente Di Battista, detto Dibba, il gallo cedrone.

Ognuno ha trovato il suo ruolo in commedia. Dibba è venuto nel suo tour da centauro anche in costiera amalfitana. Sotto il casco aveva la bandana. Ma che meraviglia. Questi tre giovanotti hanno in comune che sono tre mezze pippe. Di Battista bocciato in municipalità, Fico qui in Regione e Luigino 56 voti a Pomigliano”. E rincara: “Questi tre sono miracolati che hanno sfruttato l’onda grillina.

La cosa davvero drammatica è immaginare che questi soggetti possano avere in mano l’Italia. Luigino di Maio ha chiesto perdono, perché non è stato in grado di leggere un messaggino. E vi pare che nell’anno del Giubileo e della misericordia noi non possiamo non perdonarlo? Certo che lo perdoniamo e non lo terremo più in punizione, a condizione che faccia il bravo. Gli daremo anche il panierino con la nutella e con la brioscina. Ma non faccia più il furbastro. Deve finire questa ipocrisia insopportabile. Questi tre si odiano, si baciano, ma sono falsi come Giuda. Ognuno vorrebbe accoltellare l’altro alla schiena. Che vi possano ammazzare tutti quanti“

IL VIDEO DI LIRATV

M5S: De Luca usa linguaggio violento e indegno. Picchiatore fascista mandato da Renzi

 “A De Luca, noto dinosauro della Prima Repubblica, Renzi ha affidato l’unica missione che pensa sia in grado di assolvere: picchiatore scelto del Movimento 5 Stelle. Ma le accuse di un reuccio che sta trasformando la Campania nel suo feudo personale non ci scalfiscono. De Luca usa un linguaggio violento con toni allarmanti per la democrazia, che denotano una sottocultura becera e fanno ripiombare la politica in Campania, e non solo, in un clima da anni Settanta. L’uso di parole pesantissime ed espressioni che inneggiano all’odio, la presa in giro e la ridicolizzazione dell’avversario trasformato in nemico da parte del presidente della nostra Regione, oramai più simile a un volgare showman, disonorano la Campania e qualificano De Luca per quello che è sempre stato: un fascista che adopera il potere politico e le istituzioni come clava per fare propaganda violenta e squadrista”. Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino stigmatizzando le innumerevoli uscite a reti unificate di De Luca, senza che i media concedano lo spazio per replicare.

“Il presidente De Luca nasconde dietro i suoi proclami e le sue uscite teatrali il fallimento totale della sua amministrazione – sottolinea – Dopo un anno di non governo della Regione Campania, sta trascinando i cittadini in un baratro”. “La sanità pubblica è allo sbando con servizi azzerati e ospedali progressivamente smantellati, governati da una cricca di nominati – evidenzia Ciarambino – la ‘Terra dei Fuochi’ è ferma all’anno zero e le ecoballe non sono state rimosse, anzi De Luca ha annunciato nuove discariche. Intanto il reuccio che prova a fare la morale al Movimento 5 Stelle, ha proceduto alla nomina incontrollata di una vera e propria corte dei miracoli di consiglieri personali e addetti di segreteria che non si sa cosa facciano, ma ricevono stipendi dirigenziali e hanno a propria disposizione le autoblu”. D’altra parte con maggioranza spaccata, fatta da un’accozzaglia di indagati e avvisati – prosegue – che si regge solo sulla minaccia di scioglimento del Consiglio regionale blindato dall’autoritaria modifica dello Statuto, comprendiamo che De Luca ha molti pensieri che lo preoccupano – conclude Ciarambino – Ultime le grane in famiglia: mentre un figliolo è stato piazzato dal babbo al Comune di Salerno come assessore al Bilancio, sul capo dell’altro figliolo Piero, dirigente nazionale del Pd, pende un’accusa di bancarotta fraudolenta per il crac Ifil C&D srl.

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