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Nuova Salernitana, vecchi problemi

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A Bollini non è bastata nemmeno la cabala. Degli 11 allenatori transitati per Salerno nella gestione Lotito-Mezzaroma, solo a lui e Galderisi è toccata l’onta di esordire con una sconfitta. Eppure la squadra granata vista all’opera al San Nicola, schierata per la prima volta in stagione col 4-3-3 (uno dei pochi moduli non sperimentati da Sannino nelle 16 partite della sua avventura sulla panchina del club dell’ippocampo), non è dispiaciuta e, anzi, per larghi tratti si è addirittura fatta preferire ai padroni di casa per la qualità del gioco espresso. Con un Rosina finalmente utilizzato nel ruolo in cui in carriera ha fatto vedere le cose migliori, la Salernitana dalla cintola in su è risultata imprevedibile. Solo per questione di centimetri il mancino granata non è riuscito a regalare il vantaggio ai suoi.



Coda e Improta si sono dannati l’anima ma non sono stati particolarmente incisivi, come pure Donnarumma quando è stato chiamato in causa nella ripresa. A centrocampo, Ronaldo (che pure dovrebbe essere agevolato dal cambio di modulo) ha fatto un passo indietro rispetto a Latina, mentre Della Rocca e Busellato sembrano obiettivamente in affanno, nella ripresa Zito ci ha messo tanta voglia ma poca lucidità. Obiettivamente, con Odjer fermo ai box quasi per tutto dicembre, la sensazione è che in mediana urgano rinforzi da reperire al mercato di gennaio, visto che anche numericamente il reparto sembra sguarnito (a meno che non si vogliano sperimentare nuove soluzioni, come quella di utilizzare Improta da interno di centrocampo, per liberare un posto nel tridente per Donnarumma o Caccavallo).

In difesa, invece, Bollini spera di recuperare Vitale per Frosinone, visto che Luiz Felipe (adattato a sinistra) ha incontrato parecchie difficoltà (anche Perico non è andato benissimo da terzino). A Bari la Salernitana ha incassato le reti numero 6 e numero 7 sugli sviluppi di calci piazzati e questo testimonia un errore di approccio in questa situazione di gioco che nel calcio moderno sta acquisendo rilevanza sempre maggiore. Motivo per cui è facile immaginare che in settimana si lavorerà molto su piazzamento, marcature, attenzione, così come mister Bollini cercherà di inculcare i principi del suo credo alla truppa anche in termini offensivi. Al Mary Rosy, insomma, dopo 17 turni c’è ancora il cartello “work in progress”.

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