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Ucciso a coltellate per difendere il figlio nella lite con l’amico

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Potrebbe essere la follia la causa scatenante dell’omicidio di Mario Torchia, di 60 anni, e del ferimento del figlio, Giuseppe, di 29 anni, avvenuti a Francavilla Angitola, un centro del Vibonese. Responsabile dell’assassinio e del ferimento è F. C., anch’egli 29enne e figlio del medico condotto del paese, che è stato fermato poco dopo dai carabinieri. Mario Torchia, ufficiale giudiziario in servizio al tribunale, sarebbe stato ucciso perché ha tentato di difendere il figlio durante una violenta e improvvisa lite con F.C.

I due giovani, pur essendo le loro famiglie legate da rapporti di amicizia, avevano da tempo contrasti per futili motivi.

I fatti sono accaduti nell’abitazione della famiglia Torchia. Saranno le indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia ai carabinieri a chiarire l’esatta dinamica di quanto è accaduto. Ciò che si sa, al momento, è che mentre F.C. era in casa dei Torchia, che frequentava abitualmente e dove appena nei giorni scorsi era stato ospite a pranzo, tra i due giovani sia scoppiata una lite cruenta. Mario Torchia, preoccupato per le possibili conseguenze della discussione per il figlio sarebbe intervenuto in difesa di Giuseppe.

Comportamento che avrebbe provocato la reazione del giovane, che ha preso il coltello che nascondeva in una tasca del pantalone e ha colpito con un solo fendente al torace Mario Torchia, provocandone la morte istantanea. Il giovane ha poi rivolto la stessa arma contro Giuseppe Torchia ed ha colpito anche lui, dandosi poi alla fuga. Il 29enne è stato trovato poco dopo dai carabinieri nella sua abitazione, ancora in stato di forte agitazione, e posto in stato di fermo. Le condizioni di Giuseppe Torchia, colpito all’addome, portato via con l’elisoccorso e ricoverato nell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, sono gravi, ma il giovane, comunque, non sarebbe in pericolo di vita.

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