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Caos a Latina, si avvicina lo spettro del fallimento

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Da poco archiviata la questione Pisa, il calcio italiano fa i conti con un nuovo pasticcio. Scoppia il caos a Latina: la partita di sabato col Carpi rischia la cancellazione per il fallimento del club laziale. Domani la sezione fallimentare deciderà se concedere l’esercizio provvisorio. In caso di diniego Vivarini e la sua rosa riterranno finita la stagione. Il rischio che si fermi il Latina è più forte di altri casi simili, visto che la Procura della Repubblica ha bocciato drasticamente il piano di recupero di Mancini, l’ultimo presidente nerazzurro in ordine di tempo. Lo stesso Mancini ora starebbe tentando di comprare-salvare la società dopo un’istanza di fallimento giunta all’Epifania.

Le argomentazioni del drastico diniego della Procura all’esercizio provvisorio sono varie. C’è chi giura dipendano dalle tante ipotesi di reato (penali e amministrativi) che hanno portato al crac e chi ricorda come l’esercizio provvisorio eviterebbe la bancarotta e il carcere all’ex presidente Maietta. Mancini si è offerto di anticipare le spese vive fino al termine del campionato, oltre a presentare una proposta irrevocabile di acquisto del club.

Se al Latina venisse negato l’esercizio provvisorio, il club laziale perderebbe automaticamente l’affiliazione alla Figc e di conseguenza verrebbe escluso dal campionato di Serie B. Siccome è già in corso il girone di ritorno, i risultati precedenti non si cancellano e le partite ancora da giocare vengono considerate perse per 0-3 a tavolino. Inoltre le retrocessioni in Lega Pro sarebbero due, con due squadre ai playout.

Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi commenta: “Sono giorni fondamentali, speravamo di non rivivere un caso Parma, i controlli non sono ancora infallibili. L’esercizio provvisorio è indispensabile: non disperderebbe il valore del titolo e della rosa per i creditori”.

Inoltre, il procuratore federale Giuseppe Pecoraro avrebbe svelato all’Antimafia un provvedimento disciplinare contro l’ex presidente Maietta (deputato Fdi), l’ex allenatore Mark Iuliano, i giocatori Crimi (ora a Cesena) e Bruno (ora a Pescara) per presunte protezioni dalla malavita locale.

Pecoraro racconta: «Dalle indagini di Latina è emerso che c’era una frequentazione da parte dei giocatori con il Di Silvio. Questi aveva peso in certi ambienti, tanto da decidere persino chi dovesse entrare in curva e chi no. Ci sono violazioni dell’articolo 1 bis del codice di giustizia sportiva, i giocatori si sentivano protetti da costui (soprannominato “Cià cià cià”) organico alla criminalità organizzata». L’avrebbero frequentato anche Iuliano e l’allora presidente Maietta.

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