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Pillola per procurare un aborto. Ragazza si sente male a scuola

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Si era sentita male a scuola, quando aveva 18 anni e poi ai medici aveva raccontato di aver ingerito delle pastiglie che aveva in casa per interrompere la gravidanza, aggiungendo che era la quarta volta che lo faceva.
Protagonista una giovane di origini africane, oggi ventenne, che è stata condannata, con la sospensione della pena, a quindici giorni di reclusione per procurato aborto in relazione alla denuncia fatta all’epoca dalla polizia.
La vicenda aveva avuto inizio nel gennaio del 2015 quando la giovane si era sentita male in classe e, una volta soccorsa, aveva confessato di aver ingerito delle pastiglie con l’intenzione di interrompere la gravidanza legata a un rapporto che aveva avuto con l’allora fidanzato e che le avrebbe suggerito in modo deciso di abortire. Aveva anche detto che in altre tre occasioni aveva assunto farmaci con le stesse finalità quando era ancora minorenne.
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