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Benevento in A: Salerno si mangia le mani per occasione persa

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La promozione in serie A del Benevento da un lato è stata salutata con soddisfazione dagli sportivi salernitani dall’altro ha dato la stura al valzer dei rimpianti e delle delusioni per il campionato dei granata, per quello che poteva essere e non è stato. I destini di Benevento e Salernitana si intrecciarono già nel 2014-2015. Entrambe in serie C entrambe in lotta per la promozione tra i cadetti.

La squadra allenata da Menichini surclassa i sanniti di Brini e vola in B. Il Benevento va agli spareggi perdendoli. L’anno dopo con Auteri in panchina la compagine di patron Vigorito raggiunge la promozione mantenendo inalterata la spina dorsale della squadra. Una volta in B il divorzio inatteso da Auteri e la scelta vincente di Baroni. Qui il capolavoro di una società che parte con il piede giusto, accusa una flessione nella parte centrale della stagione ma non perde la testa dopo e riesce, con un colpo di reni, a riaprire il discorso play off battendo il Frosinone ed a vincere gli spareggi. Alla base di questo successo c’è un programma, un progetto, una società.

Un doppio salto che parte da lontano nonostante le difficoltà e le delusioni. Una società che ha dato carta bianca realmente a Di Somma. Una società che ha tirato fuori risorse importanti per allestire una squadra all’altezza del torneo di B. Una società che nella scelta di uomini e programmi si è mossa per tempo e non all’ultimo minuto.
Anche la Salernitana avrebbe potuto e dovuto fare il doppio salto come è accaduto per Spal e Benevento. Troppi, però gli errori commessi uniti alla sfortuna che non è stata certo alleata dei granata. Anche gli errori arbitrali hanno rappresentato una componente non di poco conto nel salto di qualità di una società, quella granata, che nei primi due anni di B un po’ per scelta, un po’ per causa altrui ha navigato a vele basse. Ora bisogna necessariamente svoltare.

Allestire una squadra competitiva ed all’altezza della piazza di Salerno. Anche sui numeri si potrebbe dire tanto. Salerno ha portato all’Arechi una media di quasi undicimila spettatori. Benevento, eccezion fatta per gli spareggi play off e la finale con il Carpi ha fatto registrare la metà degli spettatori. Per non parlare di Spal, Carpi, Cittadella e Spezia realtà agli ultimi posti nella speciale classifica del tifo.

Ecco perchè bisogna proporre per la prossima stagione un programma serio ed ambizioso. Scelte chiare e nette per alimentare la passione e la voglia di riscatto di una tifoseria che chiede, a giusta ragione molto ma molto di più ad una società che ha fatto molto finora ma non abbastanza per completare l’opera di riscatto del calcio salernitano.

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