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Lotito all’Antimafia: «Ricevo 7-8 minacce ogni giorno»

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“Tra consenso e legalità ho scelto la seconda, non sono mai sceso a patti.

Oggi ritengo sia stata una scelta giusta che può essere perseguita da tutti. Certo, ricevo ancora oggi minacce telefoniche, anche sette-otto al giorno”.

Lo ha detto il presidente della Lazio Claudio Lotito, davanti alla Commissione Antimafia. Lotito ha raccontato che quando è arrivato, in passato, “ho subito situazioni pesanti, camion con sterco di cavallo davanti casa, intimidazioni, affissioni, minacce; questo ha prodotto evoluzioni di carattere giudiziario.
Sono abituato a vivere con serenità queste situazioni; pensavano che assumessi un atteggiamento più morbido, io ho sempre detto in Tribunale come stavano le cose”. “Ora la tifoseria si comporta in modo corretto, sa che se sbaglia non c’è storia per nessuno”, ha concluso.

Ecco le dichiarazioni di Lotito nell’audizione davanti alla Commissione Antimafia: «Mai sceso a patti: tra il consenso e la legalità ho sempre scelto la legalità. Credo che sia la scelta migliore e tutti possono seguirla. Certo, a tutt’oggi ricevo al telefono minacce. Quando sono arrivato ho passato brutti momenti, come ad esempio camion di sterco davanti casa, intimidazioni e minacce. Il tutto ha avuto conseguenze giudiziarie, sono abituato ad attraversare queste situazioni con serenità.

Pensavano che mi ammorbidissi, ma il Tribunale ho sempre raccontato le cose come stanno. Ora la tifoseria di comporta correttamente. Quando sono arrivato mi fu detto di incontrare la tifoseria. Rimasi perplesso ma si presentarono tre soggetti: uno si presentò come Diabolik, e risposi di essere l’ispettore Ginko. Mi ha fatto capire come funzionava, dai biglietti omaggio alle trasferte pagate, alle coreografie. Io non collaborai così iniziarono i problemi, a partire dallo sterco di cavallo, affissioni, minacce».

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