Site icon Salernonotizie.it

Crollo a piazza della Libertà: chieste condanne per 54 mesi

Stampa
Sei mesi di reclusione per tutti. Questa la richiesta della Procura di Salerno per i nove imputati per i crolli che si sono verificati nel cantiere di Piazza della Libertà. Ieri le richieste sono state formalizzate dai pm Valenti e Polito nel corso dell’udienza tenutasi davanti al giudice monocratico Albarano.

Il processo vede imputati tecnici comunali ed imprenditori. A darne notizia Andrea Pellegrino sul quotidiano Le Cronache oggi in edicola.

A rischiare la condanna e quindi responsabili del cedimento del solaio, ognuno per la sua parte, sono secondo la pubblica accusa il progettista Vincenzo Nunziata , il collaudatore Massimo Della Casa , gli imprenditori Armando ed Enrico Esposito della Esa costruzioni, incaricata dell’esecuzione dei lavori, i professionisti Sergio Delle Femmine , che ha svolto funzioni di direttore operativo delle strutture, e Marta Santoro, che ha assunto la direzione dei lavori dal febbraio 2012), il funzionario comunale Antonio Ragusa con funzioni di Rup (responsabile unico del procedimento). 

Gli imputati rispondono dei reati di rovina di edifici e di violazioni delle procedure nelle zone sismiche. Un crollo costato, per ora, caro al Comune di Salerno che negli ultimi mesi ha riappaltato i lavori per la messa in sicurezza del cantiere di Santa Teresa. La prossima udienza si terrà il 18 settembre.

Il cedimento dei dodici pilastri, verificatosi a luglio 2012 nella zona due della piazza, sarebbe imputabile all’imperizia degli imputati. Almeno secondo l’impianto accusatorio. Ad eccezione di Della Casa al quale è stato contestato solo la rovina di edificio, tutti rispondono per un avvio dei lavori che, secondo la Procura, è stato predisposto anzitempo. Prima, cioè, del deposito degli atti progettuali al Genio civile che è chiamato ad esprimersi sui cantieri che si aprono in zona sismica.

Per i pm,  nella realizzazione di quel cantiere ci fu fretta di eseguire i lavori, tanto che furono avviati anzitempo, ancora prima di avere il parere del Genio civile, ente abilitato ad esprimersi per le strutture in costruzioni in zone sismiche. Una fretta ingiustificata che ha portato a compiere errori gravi e a mettere a rischio l’intera struttura, poi avviata all’abbattimento perché diventata insicura e instabile per i cedimenti strutturali.

Exit mobile version