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Il giorno della Memoria e il valore dei fatti (di Angelo Giubileo)

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La giunta della sindaca Raggi ha annunciato che, nel giorno dedicato alla memoria delle vittime dell’Olocausto, cancellerà da tre vie di Roma il nome dei corrispondenti intestatari, ovvero tre docenti firmatari del Manifesto della razza del 1938, e contestualmente provvederà all’intitolazione di dodici tra vie, viali, piazze e larghi agli altrettanti docenti che, soli tra migliaia, rifiutarono di firmare il giuramento di fedeltà al fascismo: Ernesto Buonaiuti, Marco Carrara, Gaetano De Sanctis, Giorgio Levi Della Vida, Giorgio Errera, Fabio Luzzatto, Piero Martinetti, Bartolo Nigrisoli, Edoardo Ruffini, Francesco Ruffini, Lionello Venturi, Vito Volterra.

Nonostante il lungo tempo trascorso dai tragici eventi delle leggi razziali in Italia, ottant’anni di storia comune e di storie individuali, dobbiamo purtroppo constatare che tra le vie della Capitale si aggirano ancora gli spettri del fascismo e del razzismo, quasi che l’intreccio di storie passate, presenti e verosimilmente future non consenta l’accertamento dei fatti tragici che, viceversa, tutti sappiamo essere accaduti.

In specie, il destino tragico, in parte comune ma in parte no, di migliaia di uomini che dissero si e invece di DODICI UOMINI CHE DISSERO NO AL GIURAMENTO FASCISTA. Un fatto che, al di là di ogni contesto e interpretazione di sorta, è stato, è e sarà per sempre parte della memoria storica, individuale e collettiva.

  Angelo Giubileo

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