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Tifosi: passione ai minimi storici, serve una scossa

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La Salernitana che affronta domani il Carpi avrà due avversari di fronte: il primo è la squadra ospite, la sua consistenza, il secondo è la diffidenza montata a dismisura nelle ore successive alla chiusura del calciomercato. Si giocherà in un Arechi semivuoto stando alla prevendita. Pochi i biglietti staccati tanta la rabbia per un mercato che poteva e doveva essere diverso. Non è arrivato il centrocampista che serviva, non è arrivato l’attaccante che avrebbe potuto garantire i gol necessari a scuotere il reparto avanzato.

Con queste premesse appare difficile se non impossibile cambiare passo e puntare ai play off. Nel calcio, però nulla è scontato. Toccherà a Colantuono, probabilmente anche lui non soddisfatto dal mercato, tirare fuori il meglio da questo gruppo, alimentare le ambizioni recuperare i giocatori finiti ai margini che stavano per essere ceduti ed invece sono rimasti alla base.

Toccherà alla squadra riconquistare la fiducia della gente, riaccendere l’entusiasmo. La passione è ai minimi storici. Un distacco figlio di scelte gestionali sballate, di programmazione assente, di progetti con poche, pochissime risorse. Il destino della Salernitana è scritto da tempo non dal mercato di avanti ieri o dalle precedenti stagioni di B. La regola delle Noif sbarra la strada a questa proprietà per eventuali obiettivi che vanno oltre la serie cadetta.

Ormai è chiaro: Salerno serve per valorizzare i talenti della casa madre Lazio e permettere alla società biancoceleste di monetizzare. Rossi e Palombi hanno ben altro valore rispetto a prima grazie alle loro presenze in B con la Salernitana. Se questo è il futuro lo si dica. Senza continuare con proclami e chiacchiere che lasciano il tempo che trovano. Il parlare chiaro è fatto per gli amici ma questa società non si è mai comportata da amica con la tifoseria granata

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