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La terra si apre: l’Africa si sta spaccando in due

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Lunga dieci chilometri e profonda sino a venti metri.

Sono queste le misure dell’enorme fessura che si è aperta nel sud-ovest del Kenya, in piena Rift Valley, la Grande fossa tettonica che si estende dal nord della Siria al centro del Mozambico.

Come riporta La Stampa, qui la terra si è letteralmente spaccata, causando panico e stupore, tagliando strade e distruggendo case.

A causare la frattura sono state lunghe settimane di piogge, alluvioni e terremoti, che hanno esteso la linea di faglia che geologicamente taglia in due il continente.

La crepa, nascosta e solo recentemente venuta alla luce, spiega NationalGeographic.it, è parte della Great Rift Valley, un nome usato spesso in riferimento ad una regione culturale che va dal Medioriente al Mozambico, ma che in realtà non è un’unità unica ed è composta piuttosto da diverse fratture che si estendono lungo lo stesso sistema.

Più in generale, il termine “rift valley” si riferisce ad un bassopiano dove le placche tettoniche si scontrano o si allontanano. La grande fessura apertasi recentemente in Kenya appartiene al “Rift dell’Africa Orientale”.

Lungo i suoi quasi seimila chilometri sono presenti due sistemi più piccoli, chiamati Gregory Rift e Western Rift, ed entrambi sono costellati di vulcani.

La frattura si va allargando mano a mano che le due placche tettoniche, quella somala ad oriente e quella nubiana ad occidente, si allontanano l’una dall’altra.

Questa regione ha fornito alcune delle più importanti scoperte archeologiche della storia ed è stata ribattezzata la “culla dell’umanità”.

Il ragazzo di Turkana ad esempio, lo scheletro di ominide risalente a 1,5 milioni di anni fa, è stato trovato qui. Si tratta di un importante elemento di prova per gli scienziati che stanno ricostruendo il nostro passato preistorico.

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