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Il bimbo rapito al Ruggi ore è in una casa d’accoglienza

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Da questa mattina è in una casa d’accoglienza il neonato che venerdì sera era stato rapito dalla madre mentre lo allattava nell’Ospedale Ruggi di Salerno.

La donna, assieme al piccolo vennero ritrovati in meno di  24 ore in un casolare abbandonato in via Eugenio Caterina.

Oggi entrano nel vivo le due inchieste, quella interna aperta dal “Ruggi” e l’altra della Procura di Salerno, per fare chiarezza sul rapimento. La donna ora non potrà vedere il figlio fino a nuove disposizioni della magistratura.

Nove persone tra medici, infermieri, primario del reparto e medico di presidio di turno. – secondo il quotidiano La Città oggi in edicola – sono accusate di  omessa vigilanza

La madre aveva rapito il piccolo per tenerlo con se, sospettando che il tribunale dei Minori glielo avrebbe sottratto, come già fatto con gli altri due fratellini quando fu arrestata per spaccio di droga.

Quando il 28 marzo scorso aveva partorito, si era presentata ubriaca in ospedale. Un dettaglio che non poteva passare inosservato, visto che avrebbe potuto nuocere al feto. Un comportamento che avevano segnalato anche alla procura dei minori di Salerno.

La fuga è durata dalle 21 di venerdì fino a poco dopo le 18 di ieri quando la donna e il suo compagno, hanno commesso una leggerezza: acceso per pochi istanti il telefono cellulare consentendo agli uomini della squadra mobile, agli ordini del vicequestore Lorena Cicciotti, di agganciare la cella e rintracciarli.

E così li hanno ritrovati in un casolare abbandonato sulla Lungoirno a pochi passi dal centro della città.  Quando i poliziotti hanno fatto irruzione, hanno immediatamente tolto il piccolo dalle braccia della mamma e lo hanno portato in ospedale. Da questa mattina il piccolo, come detto, è in una casa d’accoglienza

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