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Violentata in clinica: «Mi hanno detto di non dire niente»

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I carabineri della compagnia di Agropoli agli ordini del capitano Francesco Manna stanno raccogliendo tutti gli elementi utili per ricostruire quanto accaduto ad una 55enne rumena in una clinica privata del salernitano. La donna sarebbe stata suprata da un operatore della struttura prima di sottoporsi ad un esame diagnostico per il quale si era ricoverata. Nella denuncia ai Carabinieri la donna ha raccontato nei minimi dettagli il suo calvario.

Le fasi della violenza sono state ricostruite dal quotidiano Il Mattino che, attraverso le sue fonti, ha proposto il racconto fatto dalla donna alle forze dell’ordine: «È venuto in camera – ha denunciato la donna – con la scusa di accendermi il televisore. Poi è tornato per portarmi dei fazzoletti di carta. Li ha sistemati in bagno e mi ha chiamato con la scusa di farmi vedere una cosa. Quando ho messo piede in bagno ha chiuso la porta e mi ha obbligato ad avere un rapporto sessuale. Sentivo le sue mani dappertutto. Piangevo ma lui è andato avanti fin quando ho visto che perdevo sangue dalle parti intime. Quando ha finito si è pulito e se n’è andato senza dire nulla».

Secondo la ricostruzione della vittima l’uomo dopo qualche ora sarebbe tornato nella camera, avrebbe tentato di violentarla una seconda volta ma non riuscendoci l’ha spinta contro un muro costringendola a toccarlo nelle parti intime fino a soddisfarlo.

La donna – sempre rispetto a quanto riportato su Il Mattino – avrebbe dichiarato che la direzione della clinica le avrebbe chiesto di non denunciare il fatto e che che l’operatore socio sanitario sarebbe stato licenziato.

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