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Accattonaggio: carcere e ammende se si disturba o si arreca disagio

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La Lega intende arginare il fenomeno dell’accattonaggio, soprattutto quando avviene in modo aggressivo e insistente. L’impostazione che il ministro Matteo Salvini ha dato al suo operato da quando è alla guida al Viminale, si riflette anche nella ricetta che la Lega ha messo agli atti con una proposta parlamentare per inserire nel codice penale il reato di “accattonaggio molesto”.

La proposta parlamentare, ricorda il Messaggero, è stata presentata da Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno. Si ipotizza il carcere da tre a sei mesi e un’ammenda da 3mila a seimila euro per chi “disturba”, ma se si causa “disagio”, si può arrivare fino a un anno di carcere e fino a 10mila euro di ammenda. La definizione di molestia viene introdotta per superare lo stop del 1995 da parte della Corte Costituzionale.

Molteni ritiene la proposta uno “strumento efficace per aiutare sindaci e polizia locale” per combattere quello che considera un “problema di ordine pubblico”. Dopo una sentenza della Consulta del 1995, il reato di accattonaggio è stato considerato incostituzionale. Il sottosegretario all’Interno ha quindi pensato di aggiungere la fattispecie della molestia in modo che si possa far rientrare nel codice penale.

“Il reato di accattonaggio è compatibile con la Carta costituzionale se chi mendica lo fa simulando infermità o arrecando disturbo o in modo invasivo”, si legge nel testo. Come si apprende dalla relazione, chi mendica finora è stato considerato “non punibile in omaggio a una malintesa etica del capitalismo di matrice ottocentesca”. Ma se lo fa “in modo fraudolento e vessatorio deve essere arginato e punito perché così facendo provoca l’insicurezza dei cittadini, e quindi un problema di ordine pubblico oltre a ingenerare un forte stato di insofferenza nella collettività”.

Fonte TgCome

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