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Aeroporto Salerno concessione ferma diffidato Toninelli

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Dopo un decennio di autorizzazioni negate, incertezze e caos burocratico, nei giorni scorsi in direzione Roma è partita una diffida. Destinatari, i ministeri Infrastrutture ed Economia e Finanza, di Danilo Toninelli e Giovanni Tria.

A firmarla, i componenti della società Aeroporto Salerno. Poche ma incisive righe per chiedere al governo di sciogliere un nodo lungo dieci anni e 400 metri; quanto manca all’attuale pista di mille e 600 metri per consentire il transito di aerei di linea per voli nazionali e internazionali.

Lo scrive Rosa Palomba su Il Mattino oggi in edicola in cui rappresenta la situazione dell’Aeroporto Salerno Costa d’Amalfi. Arrivi e partenze sono consentiti soltanto a jet privati e a charter di una quarantina di posti appena. Poco più di 20mila passeggeri all’anno, troppo pochi per sostenere costi di gestione, stipendi, manutenzione impianti.

«Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto che riconosce l’alta classificazione dell’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi che è stato così inserito nella rete nazionale – dice Antonio Ferraro, presidente dello scalo – Eppure, ancora non riusciamo a decollare definitivamente. Però, ogni anno spendiamo 500mila euro per la sicurezza e un altra milione e più di euro per la gestione. Anche il 2017 chiuderà con un passivo di circa due milioni. La fusione con la Gesac è l’elemento incontestabile per le autorizzazioni ministeriali per l’allungamento della pista e quindi per l’avvio di voli nazionali e internazionali».

Fonte Il Mattino

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