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Chef morì dopo crollo al ristorante di Atrani, tre condanne

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Si è chiuso il processo di primo grado relativo alla morte di Carmine Abate, lo chef del ristorante Zaccaria di Atrani che il 2 gennaio del 2010 perse la vita nel crollo del costone roccioso che investì il locale.

Stamani il giudice monocratico della terza sezione penale del Tribunale di Salerno, Roberta Troisi, ha letto in aula la sentenza che chiude il giudizio e condanna per crollo colposo e omicidio colposo il proprietario del costone roccioso Andrea Barbaro a una pena di un anno e sei mesi (la Procura aveva chiesto due anni e sei mesi), mentre a un anno per gli amministratori della società “Cantina del nostromo” che gestiva il ristorante, Zaccaria Pinto e Annamaria Staiano (per cui erano stati chiesti rispettivamente due anni e quattro mesi e un anno e sei mesi) oltre al pagamento di una provvisionale risarcitoria pari a 50mila euro per ogni parte civile costituita: la vedova Abate, Lidia Rispoli, le figlie Maria e SaraAbate, con la madre dello chef Maria Amato e suo figlio Alessandro Abate (250mila euro in totale), oltre alle spese legali e di giudizio. Le parti civili sono state assistite dagli avvocati Felice Lentini, Carlo di Ruocco e Giovanni Torre.

Assolti gli altri imputati per non aver commesso il fatto: Domenico Guida, direttore dei lavori per l’autorità di bacino Destra Sele, Gerardo Lombardi, responsabile del procedimento per le frane nel gruppo di supporto nominato dall’autorità di bacino Destra Sele, Giovanni Polloni, tecnico geologo abilitato dalla società Acquater a sottoscrivere il piano di stralcio per l’assetto idrogeologico Destra Sele, Vincenzo Trassari, l’ingegnere per il coordinamento tecnico di progetto e rischio frane, Lorenzo Rocchetti, responsabile del progetto per la società Acquater. Entro giorni 80 le motivazioni.

Fonte Il Vescovado

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