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L’analisi dopo la sconfitta di Verona: male in attacco

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Bentegodi ancora una volta amaro per la Salernitana. Che, da Verona, torna a bocca asciutta e con il rammarico di aver potuto strappare un punto sul campo di una big del torneo. Solo la caparbietà sotto porta di Pazzini ha infranto il muro granata che aveva retto per 70 minuti. Grazie soprattutto a Micai e Migliorini, forse i migliori in campo per la Salernitana. Quando emergono le prestazioni di portiere e difensore centrale è evidente che la squadra ha sofferto.

Migliorini è diventato ormai il leader della difesa. Micai, dopo la papera col Benevento, ha sfoderato due prove positive contro Ascoli e Verona. Il portiere granata sta dimostrando sul campo le sue qualità e anche la capacità di reagire ad un momento non facile.

Sicuramente insufficiente, invece, la partita di Minala che non è riuscito a dare un contributo concreto. Incerto Gigliotti nel primo tempo, meglio la difesa nella ripresa con l’inserimento di Pucino e lo spostamento di Mantovani a sinistra.

Da rivedere la fase offensiva. Calaiò non si è reso mai pericoloso anche perché non è stato servito a dovere. Leggermente meglio, anche se discontinuo, Jallow che, dopo circa 60 minuti di partita, è stato sostituito da Djavan Anderson. L’olandese nel ruolo di esterno sinistro d’attacco ha fatto poco o nulla. Anche perché quello non è il suo ruolo.

E qui entra in gioco la gestione della partita di Gregucci. Ancora una volta alcune sue scelte non hanno convinto. A metà ripresa poteva esserci un rigore per la Salernitana. L’ex Vitale ferma così Djavan Anderson in velocità. Il contatto c’è, l’arbitro non lo considera da penalty ma restano forti dubbi.

Eravamo ancora sullo 0-0 e la partita, in caso di assegnazione del calcio di rigore, avrebbe potuto prendere un andamento diverso. Ma ciò non deve comunque rappresentare un alibi. A Verona la Salernitana è stata di nuovo poco incisiva in avanti. Così facendo la strada verso i playoff, obiettivo di questa stagione, resta in salita.

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