I ragazzi di Nesta sono bravi poi, nella ripresa, a capitalizzare al meglio un’azione confusa nell’area granata ed una distrazione fatale di Migliorini. Ma, al netto del gol di Novakovich, la Salernitana si fa addirittura preferire in termini di personalità, di possesso palla (38% a 62%), di passaggi completati (250 a 419), di duelli vinti (con Lopez ed Akpa Akpro a farla da leoni).
In buona sostanza, dunque, la Salernitana firma una prova estremamente ordinata e volitiva ma…anche molto poco incisiva. La squadra di Ventura arriva al tiro solo 6 volte (contro i 10 tiri del Frosinone) evidenziando una supremazia territoriale piuttosto sterile, visto che Jallow e Gondo fanno una fatica incredibile a sottrarsi alle cure dei centrali laziali.
L’indisponibilità di Lombardi e le non perfette condizioni fisiche di Cicerelli privano la Salernitana dei due interpreti migliori del gioco sulle corsie esterne, in particolare sulla destra, dove manca l’uomo che riesca a saltare l’avversario diretto per proporre dal fondo cross per i compagni o che riesca a produrre “strappi” decisivi.
Kiyine riesce solo a fasi alterne, accendendosi e spegnendosi a ripetizione, accentrandosi spesso ma non riuscendo poi a dialogare con le punte. Tra le note liete, o almeno incoraggianti, che lasciano aperta la porta alla speranza di un finale di stagione in crescendo, c’è il ritorno in campo di Cerci che dimostra di aver voglia di mettersi in luce. Solo il campo potrà dire se e quando potrà anche fare la differenza.