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Salerno in lockdown, è la Pasqua più triste. Strade vuote e città fantasma

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Deserta, blindata, triste. Salerno è una città spenta, nel giorno di Pasqua in cui splende il sole e c’è un clima mite che in tempi normali avrebbe gremito Corso Vittorio Emanuele nelle sue vie dello shopping e dei bar ed Lungomare con Santa Teresa in primis annesse le loro attrattive.

Avremmo avuto la fila di visitatori alla Cattedrale del Duomo e le file di auto e scooter in direzione della Costiera Amalfitana. Le code per il gelato del “Nettuno”, le liste per prenotarsi alla ricerca di un preziosissimo tavolo tanti ristoranti della città e del centro storico. E invece no: non c’è nessuno. Il silenzio è surreale. Le panchine senza anziani, le giostrine senza bambini. Sembra una città abbandonata all’improvviso.

Questo evidenzia sicuramente il grandissimo senso di responsabilità dei salernitani che sin dall’inizio hanno risposto benissimo all’emergenza, evitando folle, assembramenti e rispettando in modo egregio le norme previste dalle autorità salvo qualche eccezione.

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