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Calcio, striscione ultras a Salerno: “Non si deve tornare in campo”

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Per il mondo ultras non si deve tornare in campo. E’ stato sottoscritto un manifesto internazionale da 180 gruppi, tra cui anche quelli della Curva Sud Siberiano. Anche a Salerno gli ultras fanno sentire la propria voce attraverso gli striscioni esposti in città.

Nella solita confusione, tutta italiana, risuona il grido lanciato dagli ultras: “Non si deve rigiocare!”. Anche a Salerno i sostenitori granata hanno preso posizione rispetto alla battaglia portata avanti dalle istituzioni calcistiche, soprattutto di serie A, per riprendere al più presto il campionato. Gli ultras della Salernitana hanno fatto sentire la propria voce attraverso gli eloquenti striscioni esposti in città, attraverso i quali i tifosi chiedono di non tornare in campo, alla luce di tutto quello che è accaduto.

“Con una nazione che non si riesce a rialzare, rispetto per le vittime: non si deve rigiocare”: questa è la frase scelta per chiedere lo stop definitivo. Lo striscione è logica conseguenza del manifesto internazionale del mondo ultras, sottoscritto dai gruppi della Curva Sud, che fanno parte dei 180 aderenti in tutta Italia.

“StopFootball NoFootballWithoutFans” è il nome scelto per la campagna contro la ripresa dei campionati in seguito alla pandemia da coronavirus. In sintesi, i tifosi chiedono lo stop immediato del calcio continentale, prossimo alla ripartenza.

“Siamo fermamente convinti – si legge nel manifesto – che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare”: i tifosi”. Gli ultras, a tal proposito puntano anche l’indice contro la cattiva gestione degli ultimi decenni, tra l’altro, già messa in evidenza, più volte dal mondo ultras:

“Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport – si legge ancora nel manifesto pubblico –, in cui dove le pay tv tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle agli stessi club di poter pagare stipendi spropositati al calciatori e di placare la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio”.

“Un sistema – continuano i tifosi – basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: la morte del calcio stesso”. In chiusura, gli ultras si dicono pronti “a confrontarsi con chi di dovere per riportare il calcio al suoi albori, per tornare a vivere la loro più grande passione e per far in modo che questo torni ad essere uno sport popolare”.

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