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Il calcio riparte, ma ora la sfida è riportare la gente allo stadio

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Vinta la prima sfida – riprendere a giocare – ora ci si attrezza per la seconda: riportare la gente allo stadio. Strada non semplice, ma percorribile per ridare al calcio il senso che ha. La volontà di tutte le parti in causa – club, FIGC, Lega Serie A, Governo – va nella stessa direzione. A dettare i tempi – si legge su Il Corriere dello Sport –  sarà la curva del contagio, ma c’è già un primo piano organizzativo. Riaprono cinema e teatri, spiagge, centri estivi per bambini e parchi tematici e festival (il Giffoni), riaprono le spa e i rifugi alpini, le palestre e le piscine, ok per sagre e fiere, via libera persino alle discoteche. Riapre l’Italia, ma a restare chiusi sono soltanto due luoghi-comunità: stadi e scuole. Per quanto riguarda gli stadi.
L’ipotesi a cui si lavora è quella di una riapertura graduale e con capienza limitata, tale da garantire il distanziamento sociale e necessaria per provvedere alle prevenzioni sanitarie. Le società di Serie A ci stanno pensando. Uno dei presidenti più attenti alla questione è Saverio Sticchi Damiani, numero uno del Lecce. Un’idea ce l’ha già. «Ci stiamo riflettendo, certo, perché dopo la ripresa è giusto fare un altro passo avanti. Penso che – se fosse possibile – sarebbe bello creare una turnazione tra i nostri 20.000 abbonati, bloccando ovviamente la vendita dei biglietti.

A Lecce abbiamo uno stadio da 30.000 posti e credo che sarebbe una buona cosa off rire ai nostri tifosi un po’ di spettacolo, a turno – con criteri che verranno decisi – seguendo ovviamente tutte le precauzioni e garantendo la massima sicurezza».

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