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L’aspettativa di vita è calata di oltre un anno a causa della pandemia

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Due nuovi studi condotti nel Regno Unito e negli Stati Uniti hanno dimostrato che la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’aspettativa di vita, calata di oltre un anno dopo decenni di crescita. Negli USA l’impatto peggiore sulle popolazioni nere ed ispaniche, con un calo rispettivamente di 2,1 e 3,1 anni.

Lo scrive Andrea Centini su FanPage.it.

A condurre lo studio negli Stati Uniti – scrive Centini – i due scienziati Theresa Andrasfay e Noreen Goldman, rispettivamente della Scuola di Gerontologia “Leonard Davis” dell’Università della California Meridionale e dell’Office of Population Research presso la prestigiosa Università di Princeton.

I due scienziati hanno determinato che la pandemia di COVID-19 ha abbattuto l’aspettativa di vita media negli USA di 1,13 anni, con riduzioni dalle 3 alle 4 volte superiori per le popolazioni nere e latine. Secondo il modello statistico, per i bianchi il calo dell’aspettativa di vita alla nascita è risultato essere di 0,68 anni, mentre è stato di 2,1 anni per i neri e di 3,1 anni. Una disparità evidente che mette in luce le disuguaglianze sociali negli USA, che si riflettono sulla capacità di accesso all’assistenza sanitaria. Senza dimenticare che nei mesi critici del lockdown le comunità nere ed ispaniche sono state particolarmente esposte al rischio di contagio, poiché molti erano impiegati nei lavori essenziali che non hanno mai smesso di funzionare.

A evidenziate l’impatto catastrofico della pandemia il fatto che l’aspettativa di vita negli USA è cresciuta costantemente (di 10 anni) nell’ultimo mezzo secolo, e solo recentemente aveva raggiunto una certa stabilità. In base ai dati dei CDC la COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, negli USA nel 2020 è stata la terza causa di morte dopo patologie cardiovascolari e tumori. Lo studio americano è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS.

A risultati analoghi è giunta un’indagine dell’Università di Oxford, che sarà presto pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health, come specificato dal Daily Mail che ha intervistato l’autrice principale Ridhi Kashyap. Lo studio britannico si è basato sulla mortalità in eccesso tenendo conto dei dati che vanno dal 2 marzo al 20 novembre del 2020, un intervallo di tempo nel quale nel Regno Unito sono stati registrati poco meno si 60mila morti.

Sono il 15 percento in più di quelli previsti, se non ci fosse stata la pandemia. “Il cinquantacinque percento delle morti in eccesso si è verificato tra gli uomini. Le morti in eccesso sono aumentate notevolmente con l’età e gli uomini hanno sperimentato rischi elevati di morte in tutte le fasce d’età”, hanno scritto gli autori dello studio. Considerando l’impatto devastante della pandemia nel Regno Unito nelle ultime settimane, i ricercatori ritengono che i risultati finali saranno ancor più pesanti.

In base alle analisi condotte da Kashyap e colleghi, la diffusione del coronavirus ha ridotto di 1,2 anni l’aspettativa di vita degli uomini e di 0,9 anni delle donne. Gli scienziati ritengono che una certa riduzione dell’aspettativa di vita persisterà anche nel 2021, non solo a causa diretta della pandemia, ma anche per l’impatto sociale ed economico della stessa.

 

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