La richiesta – si sottolinea da Palazzo San Giacomo -nasce visto il comunicato con cui l’Unità di crisi regionale “sposta sui sindaci la possibilità e la responsabilità di adozione di misure restrittive fino a fine febbraio in relazione a situazioni delle singole realtà locali”.
Il Comune di Napoli conta sul proprio territorio oltre 500 plessi scolastici. Nella lettera inviata alla Regione, l’amministrazione comunale ha chiesto di conoscere quanti sono i casi di positività registrati nelle scuole, anche con l’indicazione del periodo in cui è avvenuta la segnalazione, del plesso scolastico e del territorio “per poter risalire all’indice percentuale che questi casi rappresentano rispetto al numero complessivo degli studenti che frequentano i singoli ordini di scuole”.
Il Comune ha anche chiesto di conoscere quali misure siano in campo per il contact tracing e si propone, ”nello spirito di massima collaborazione con le autorità competenti, una volta acquisiti i dati, di riunire un tavolo di lavoro e approfondimento”.
“Sarebbe una scelta irresponsabile per una città che ha centinaia di plessi scolastici decidere qualsiasi restrizione sulla base di una percezione di pericolo non suffragata da dati scientificamente fondati – affermano Palmieri e Menna – Noi vogliamo accompagnare le scuole ad un percorso di continuità in condizioni di sicurezza e serenità”. “Per questo valuteremo i dati e le azioni messe in campo dalle autorità sanitarie con grande attenzione, auspicando che il tracciamento sia sotto controllo. L’importante è non fare della scuola un capro espiatorio e nel contempo non trascurare nulla”, concludono.