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Zangrillo e il virus che «non esiste più»: un anno dopo “Non mi rimangio nulla”

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“Oggi è il 31 maggio 2020… Il coronavirus, dal punto di vista clinico, non esiste più”. Il professore Alberto Zangrillo, direttore della Terapia intensiva del San Raffaele, esattamente un anno fa pronunciava una frase che ha scatenato polemiche e discussioni. 365 giorni dopo lo specialista è tornato su quelle parole e, a L’aria che tira su La7, ha ribadito quanto affermato all’epoca (e a settembre): il virus è clinicamente morto: “Io non mi pento di quanto ho detto un anno fa. Io ho semplicemente fotografato la realtà” ha detto Zangrillo.

“Quella mia frase è stata oggetto di miserabili speculazioni da parte di tristi personaggi in quotidiana e affannosa ricerca della ribalta mediatica, ho dato da mangiare loro per un anno e dopo un anno siamo qua. Quel che accade oggi è esattamente quello che è accaduto un anno fa: la differenza fondamentale ora sono i vaccini. Però non dobbiamo dimenticarsi una cosa fondamentale: la cura, che deve partire innanzitutto dal territorio e non dagli ospedali. Se ci chiudiamo nel fortino dell’ospedale abbiamo perso in partenza”.

“Il 20 aprile” dell’anno scorso “dissi che dobbiamo imparare a convivere con il virus, non lo dico. Non sappiamo quanto i vaccini ci tuteleranno, auspichiamo tutti in grande misura. Ma siccome i virus circolano, bisogna identificarli nelle persone e bisogna curare i pazienti tempestivamente. Resto ottimista se diamo spazio alle misure che hanno reso grandioso il nostro sistema sanitario nel mondo. Ci siamo fatti del male da soli dipingendo un numero di morti superiore a quello di altri paesi che hanno semplicemente contato in modo diverso”, ha poi aggiunto Zangrillo.

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