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Le intermittenze del nome: si presenta il libro di Vincenzo Benvenuto

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Salerno, la filosofia e Giordano Bruno. Questi i tre elementi fondanti dell’ultima opera di Vincenzo Benvenuto, appassionato lettore e versatile scrittore, intitolata “Le intermittenze del nome”, che sarà presentata presso l’atrio della Pinacoteca Provinciale di Salerno questo giovedì, 8 luglio 2021, alle ore 19.30.

Si tratta della terza opera letteraria dell’avvocato Benvenuto, già esaltato dalla critica per le sue pubblicazioni “Tra le pieghe di un sorriso” del 2010 e “Le dita del Comandante”, appassionante thriller pubblicato nel 2017. La pubblicazione porta il marchio delle Edizioni L’Erudita.

Dopo quattro anni, dunque, l’autore salernitano torna a presentare un suo libro nella sua città, con il supporto di due moderatrici: la blogger Alessia Parisi e la giornalista del quotidiano Le Cronache e di 360 WebTV Erika Noschese.

L’evento, che si terrà nel pieno rispetto delle norme attualmente vigenti in tema di prevenzione della diffusione del Covid-19, fa seguito a diverse reazioni positive suscitate dalla critica dopo la pubblicazione del suo avvincente giallo.

Grazie ad una prosa elegante, lo scrittore Vincenzo Benvenuto costruisce una vicenda spaventosa e simbolica che riguarda un commissario di polizia, 45enne, che dopo dieci anni di servizio in varie città del nord ritorna nella sua Salerno. Nulla di nuovo, fin qui: il protagonista si considera una persona realizzata, sia guardando la sua sfera privata sia dal punto di vista professionale. Il vero problema sta nel suo nome, impostogli con l’inganno dal suo anarchico e anticlericale nonno: il commissario, infatti, si chiama Giordano Bruno.

Tra singolari ritrovamenti e conoscenze filosofiche per nulla scontate, che sembrano parlare direttamente a Giordano Bruno, il protagonista dovrà recuperare il significato più recondito dei suoi studi per anticipare l’ultima tragedia.

La ricerca costante dell’Io più profondo, il continuo ricorso alla memoria che lo mette spesso in parallelo con il suo ben più noto omonimo del Cinquecento e la fluidità del racconto consentono al lettore di sentirsi coinvolto nella storia e immedesimato nel personaggio sin dalle prime pagine.

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