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Crisanti: Stiamo creando il terreno per una nuova variante resistente ai vaccini

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Fuori dal coro, come spesso gli è successo nei mesi scorsi. Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova dopo anni all’Imperial College di Londra, sostiene che “non siamo sulla buona strada per l’uscita dalla pandemia, anzi continuando così stiamo creando il terreno per una nuova variante del tutto resistente ai vaccini”, dice alla Stampa.

Tutti i dubbi di Crisanti
Secondo un recente studio israeliano il vaccino Pfizer sarebbe meno efficace contro la variante Delta, la protezione con la doppia dose calerebbe dal 94 al 64 per cento: “Conferma i dati inglesi – spiega Crisanti – e cioè che la variante Delta infetta i vaccinati e si trasmette più pericolosamente. Per i non vaccinati si fa dura, perché sono più esposti al virus. Per i vaccinati invece resta importante mantenere le misure di sicurezza, perché esiste la possibilità di reinfettarsi”. Le due dosi continuano a proteggere dalla malattia grave “ma raramente può accadere di ammalarsi comunque. Pensiamo agli anziani e ai soggetti fragili la cui l’immunità può durare di meno per esempio, rendendo auspicabile una terza dose”. Lo studio dice che il vaccino Pfizer Covid-19 è meno efficace contro la variante Delta del Sars-cov-2 per quanto riguarda la prevenzione dal contagio e dalla malattia sintomatica: è efficace per il 64%, con un calo quasi del 30%. Ma lo studio dice anche che il vaccino resta ancora efficace al 93% (era del 97% contro il ceppo originario e la variante inglese) nel prevenire i ricoveri e le forme gravi di malattia da Covid-19.

Sulla durata dell’immunità ammette: “Dopo otto mesi non ne sappiamo nulla”. E le altre varianti? “La variante californiana sembra pericolosa, ma deve ancora dimostrare sul campo la sua capacità trasmissiva. Ci potrebbe essere in futuro una nuova variante che combini contagiosità della Delta e resistenza della Epsilon” – avverte Crisanti – e a quel punto “si ricomincia da capo, si aggiornano i vaccini, si mette in campo un tracciamento vero e, mi permetto di aggiungere, si mandano a casa gli attuali politici”. Uno scenario che non si augura nessuno, ma che secondo l’esperto è possibile. “I modelli epidemiologici vincenti sono Taiwan, Singapore, Australia e Nuova Zelanda” per Crisanti. LItalia “non contrasta il contagio per decisioni politiche che rifiuto di commentare”. Si è favorita la ripresa del turismo, “sottovalutando i rischi per l’autunno. L’Italia era e rimane in una condizione di vulnerabilità”, conclude Crisanti.

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