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Giallo Quirinale (di Tony Ardito)

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Ho provato a guardare tutto da una diversa angolazione e a giocare un po’ con la fantasia. Se Mario Draghi dovesse essere il vero favorito alla presidenza della Repubblica (il condizionale è d’obbligo) quello che sta accadendo in questi giorni assumerebbe ben altro significato, a partire dalla iniziativa intrapresa dal Centro-Destra ri-unito di candidare Silvio Berlusconi e dalle reazioni, pro o contro, che questa indicazione ha scatenato.

La discussione si sposterebbe sul dopo Draghi a Palazzo Chigi. La coalizione compattatasi attorno al nome del cavaliere, in effetti, starebbe sondando il terreno per delineare una maggioranza alternativa a quella del governo attuale.

L’operazione sarebbe così concreta che Conte, Letta & Co. hanno smesso di fare melina e iniziato a interloquire seriamente onde formulare, di contro, una propria proposta per il Colle, dietro la quale si celerebbe però il tentativo di verificare le condizioni per costruire – loro – una maggioranza parlamentare capace di sostenere un nuovo esecutivo. È indubbio che in assenza di intese possibili e persino impossibili prenderebbe forma l’opzione urne.

Qualunque siano le ipotesi e le strategie in campo, è evidente che ogni cosa passi dalla elezione di colui che succederà a Sergio Mattarella, il quale durante tutto il non facile settennato ha dato prova di competenza, pazienza ed equilibrio rari e impartito silenti lezioni di stile e garbo istituzionali, colte appieno dall’intero Paese, ma evidentemente assai meno dai Palazzi romani.

di Tony Ardito

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