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Punture di spillo (di Enzo Todaro)

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Il recente sequestro di 200 chilogrammi di cocaina al Porto di Salerno operato dalla Guardia di Finanza e da funzionari della Dogana apre uno scenario inquietante sulla facilità con cui i trafficanti internazionali di sostanze stupefacenti scelgono come base di sbarco e di rifornimento la Campania ed altre regioni del centro e del nord della penisola.
L’operazione antidroga evidenzia Salerno come capoluogo di provincia in cui lo spaccio ha raggiunto limiti impensabili. Ciononostante, è doveroso ricordare i tanti sequestri di cocaina e di altre sostanze stupefacenti portati a termine dalle forze dell’ordine confinarie e dagli ispettori della Dogana. Nel Porto di Salerno tutto è possibile, perchè, a giusta ragione è stato definito una gruviera per la sua configurazione logistica.
I trafficanti internazionali continueranno a “preferire” il porto di Salerno per lo sbarco clandestino di “polverina bianca” fino a quando l’area portuale perderà il suo triste primato di “Gruviera”.

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La Psqua non ha fatto registrare il tutto esaurito negli alberghi e nei B&B anche se poco è mancato all’esibizione del cartello con la scritta: “tutto esaurito”. Le critiche non sono mancate soprattutto per la precarietà dei collegamenti del trasporto pubblico e dei cumuli sparsi di rifiuti a volte nauseabondi. Una città a vocazione turistica deve offrire il meglio di sè ai turisti italiani e stranieri. L’improvvisazione non giova al buon nome di Salerno

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Dalla relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia – Sezione di Salerno) si evince che in provincia e nel capoluogo operano ben 18 famiglie camorristiche! Una realtà che impone un momento di riflessione

di Enzo Todaro

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