A dirlo è stato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, durante i lavori dell’evento sui Grandi Ospedali in corso a Roma.
“Prima di tutto, però – sottolinea Cartabellotta – il Governo deve decidere in quale direzione vuole andare. Non è possibile avere una delle spese pubbliche in sanità più basse d’Europa e immaginare di erogare una quantità di prestazioni e servizi sanitari che ci mettono ai primi posti per offerta pubblica, ma solo sulla carta: di fatto metà degli italiani non accede ai livelli essenziali di assistenza. Meglio, allora, un sistema che decide di spostare parzialmente la spesa pubblica sulle strutture private in maniera strutturata piuttosto che una privatizzazione strisciante come sta avvenendo”.
“Ci troviamo di fronte ad un gap enorme tra quello che la tecnologia e la ricerca hanno prodotto e la possibilità che tali innovazioni vengano rese accessibili in modo equo a tutti – spiega il presidente della Fondazione Gimbe –
Con una spesa sanitaria pro capite che è la metà di quella della Germania certo in Italia non ci potremo permettere tante innovazioni sia farmacologiche che tecnologiche che la ricerca ha messo a disposizione dei pazienti. Ci sono Paesi che mettono la salute al primo posto degli investimenti pubblici, ma in Italia questo messaggio non è passato”.
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