Salerno 1915: l’inverno dei salernitani e le serate fredde a casa

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Gli antichi Greci durante il periodo invernale escogitarono un sistema per riscaldare le case. Facevano passare l’aria calda prodotta da una fornace negli spazi sotto il pavimento poi tramite dei bocchettoni l’aria calda risaliva lungo le pareti delle mura, questo sistema era chiamato ‘ IPOCAUSTO’.

SALERNO nei secoli non si è quasi mai dotata nelle case del riscaldamento, le motivazioni risiedevano nel famoso clima mite. Negli anni ’30 con le nuove costruzioni, la popolazione ha usufruito dei riscaldamenti termici ad acqua calda che si sono diffusi tantissimo dopo la seconda guerra mondiale.

Adesso entriamo in una casa salernitana in pieno inverno e stiamo nel 1915 e vediamo i mezzi adoperati per riscaldarsi dai Salernitani.

La casa doveva avere le mura moto spesse e le costruzioni del tempo si realizzavano senza risparmi del materiale utilizzato. I soffitti erano costruiti con le ‘ CHIANCARELLE’ di legno che assorbivano il calore senza farlo disperdere.

Ecco gli affascinanti CAMINI, erano posizionati in un angolo della casa, nella parete di appoggio vi era la canna fumaria e in cima sui tetti il bellissimo comignolo di collegamento. I BAMBINI controllavano che tutto fosse a posto per la discesa della BEFANA che appendeva le CALZE sul bordo alto del camino la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
Lo SPAZZACAMINO, figura mitica, veniva chiamato per la pulizia e la sicurezza della canna e del comignolo.

Lunghe serate in famiglia, atmosfera intima accompagnata dal vino, la scena della legna che bruciava era ricca di suggestione , la gente del popolo amava dire………… ci m’ ettimm accant ‘ o focone….

In un altra stanza il BRACIERE.

Ecco ‘ A VRASERA di ottone o di rame era circondata alla stessa altezza da una base di legno dove la gente appoggiava i piedi, due manici laterali cromati e molte volte intarsiati. All’interno del braciere i carboncini e con una paletta sempre in ottone si girava la cenere e i piccolissimi tizzoni di fuoco per far sprigionare altro calore.

Sulla VRASERA si metteva ‘ u sciuttapanni era un cupolone traforato di compensato leggerissimo, si appoggiava la biancheria intima dei neonati per farla asciugare o riscaldare. Molte sere sul cupolone si appoggiava un plaid di lana, le signore si sedevano circolarmente e il plaid arrivava sulle gambe. La serata intorno al braciere si svolgeva nel raccontare i fattarelli della famiglia e dei vicini.

Nelle singole stanze vi erano gli SCALDINI, erano in rame traforato con un lungo manico, oggi li usano per portafiori.

Si riscaldavano le lenzuola del letto con i ferri da stiro che erano stati tenuti sul braciere.

Ecco, ci si preparava per il letto, le donne mettevano intimo di lana, cuffie in testa e babbucce ai piedi, le babbucce erano state lavorate a maglia.

L’ uomo la papalina in testa, era un copricapo tondo senza tesa che terminava con una nappa penzolante, la mantellina ad uncinetto sulle spalle e camicia lunga.

Bellissima e ‘ la scena di PEPPINO DE FILIPPO nel film ARRANGIATEVI quando si mette a letto con la moglie,
la mantellina ad uncinetto sulle spalle e va ad abitare in una ex casa chiusa

di Adolfo Gravagnuolo

1 Commento

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  • Bellissimo questo ricordo…In effetti Salerno con i monti Lattari e le colline di Giovi è protetta dai venti del Nord mentre è esposta al Ponente e quindi il freddo è mitigato dal mare…

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