Al Museo Frac di Baronissi apre al pubblico la mostra “migratori&migranti

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Sabato 8 aprile, ore 19:00, apre al pubblico la mostra “migratori&migranti. Sopravvivenza e desiderio di rigenerazione”, progettata da Massimo Bignardi e curata da Maria Apicella che, attraverso le opere di ventiquattro artisti, appartenenti a generazioni e ad ambiti di ricerca diversi, vuole richiamare l’attenzione su aspetti del nostro presente; sulle tensioni, sulle attese lette attraverso il filtro della metafora che il viaggio, quello dell’arte, offre alla nostra immaginazione.

Negli spazi della Galleria dei Frati in mostra le opere di: Lucio Afeltra, Michele Attianese, Emanuela Braghin, Angelo Casciello, Carlo Catuogno, Teo De Palma, Michelangelo de Santoli, Paolo de Santoli, Giuseppe Di Muro, Marco Fusco, Ico Gasparri, Nicola Guarino, Carlo Pecoraro, Corradino Pellecchia, Marco Pellizzola, Eliana Petrizzi, Giuseppe Rescigno, Michelangelo Salvatore, Nicola Salvatore, Ernesto Terlizzi, Amedeo Ternullo, Nino Tricarico, Marco Vecchio, Luigi Vollaro.

Ventiquattro opere, fra dipinti, sculture e fotografie intrecciano tra loro il tema del viaggio, seguendo due diverse prospettive anche se spesso sovrapposte. Il viaggio dei ‘migratori’; uccelli, pesci, altri esseri che si spostano seguendo la traccia dettata dall’istinto naturale, per sfuggire ai freddi ‘inverni’ del nord, oppure per depositare le uova, quale segno del ‘desiderio di rigenerazione’. Un desiderio nella sostanza non tanto diverso dall’emigrazione che ha interessato da secoli, decenni, anni fino ad oggi, chi parte in cerca di lavoro o  chi scappa, in veste di migrante, dalla propria casa per un istinto alla sopravvivenza.

Dal percorso espositivo affiora l’impossibilità dell’arte e delle immagini, siano esse provenienti dalla pittura, dalla fotografia o dal video, così come quelle dettate da corpi plastici, a disegnare un ipotetico confine che separi il desiderio di rigenerazione dall’istinto di sopravvivenza.

«Una mostra doverosa – scrive il sindaco Gianfranco Valiante – non solo perché essa richiama un tema di stringente attualità, sul quale si giocano le prospettive dell’intera Europa, della sua civiltà, quanto perché con il termine migratori spinge lo sguardo verso i processi che la natura sancisce. La primavera che agita questi primi giorni di aprile è la stagione nella quale la terra si rigenera, affermando la sua bellezza ed aprendo le porte a nuovi ‘raccolti’ quindi  al futuro, alla vita.

Sono grato agli artisti di aver accolto e condiviso il progetto avanzato dal Museo-FRaC: la loro presenza, la testimonianza offerta dalle opere evidenzia quanto l’arte, le esperienze artistiche siano ancora espressione di un impegno etico e sociale».

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