In breve il giallo si è “fortunatamente” chiarito con un sopralluogo domiciliare a Siano, dove la donna vive con la madre e il compagno, che ieri era fuori per lavoro. I resti del feto erano nel water, pieno di sangue, con la verifica effettuata dagli uomini della sezione scientifica e i colleghi della sezione pg della Procura di Nocera Inferiore.
L’apertura di una indagine ha ricostruito subito lo svolgimento dei fatti, col rinvenimento nel water dell’aborto spontaneo, consumato circa al terzo mese di gravidanza.
A quanto pare, la 30enne non si era accorta di aver espulso il feto, nel momento in cui aveva cominciato ad avere i primi dolori, con relativa perdita di sangue. A seguito del ritrovamento, la polizia ha deciso di aprire un’indagine formale e di comunicare la cosa alla Procura. Dai primi riscontri, si sarebbe trattato di un aborto spontaneo e la donna,in tal senso, non rischierebbe denunce di tipo penale.
Tuttavia, si cercherà di accertare il periodo di gestazione che non dovrebbe superare il quarto mese. Insieme alle modalità con le quali sarebbe avvenuto l’aborto del feto. Sono state infatti le dichiarazioni della donna, non appena è stata ricoverata, ad insospettire ospedale e inquirenti, giunti in reparto dopo l’allarme lanciato da chi aveva visitato e parlato con la paziente.
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