Estorsione agli operai: Cassazione annulla assoluzione di noto imprenditore

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Estorsione in danno degli operai. La Seconda Sezione della Cassazione presieduta da Piercamillo Davigo e relatore Mirella Cervadoro ha annullato oggi la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Salerno del 23.05.2016 (presidente  Verdoliva) nei confronti di un imprenditore salernitano Mastromartino Michele (difeso dall’Avv. D’Aiuto) con rinvio al Giudice civile per valore in grado di Appello (Corte di Appello Napoli) per la quantificazione dei danni alle parti civili Vitolo Tiziano (difeso dall’Avv. Silvestro Amodio) e Labarbera Giuseppe (difeso dall’Avv Alfonso Giordano).
La Procura Generale presso la Corte di Appello di Salerno con il sostituto Dott Ersilio Capone aveva rigettato la richiesta di impugnazione agli effetti penali sollevata dalle parti civili. Mastromartino era stato condannato in primo grado in data 5.06.2014 dal Giudice Dott Trivelli II sezione penale Tribunale di Salerno alla pena di anni 3 e mesi otto di reclusione per estorsione nei confronti degli operai. La Suprema Corte oggi ha accolto i ricorsi delle parti civili Vitolo Tiziano e Labarbera Giuseppe.
  • LA RETTIFICA DELL’AVVOCATO D’AIUTO, LEGALE DI MASTROMARTINO
Riceviamo  pubblichiamo una nota dell’Avvocato Marcello D’Aiuto, legale dell’imprenditore Mastromartino, a rettifica di quanto scritto nell’articolo: “Dal contenuto sembrerebbe che la Corte di Cassazione abbia condannato l’imputato. Il sig. Mastromartino, invece, è stato definitivamente assolto dalla accusa di estorsione e maltrattamenti ai danni dei lavoratori.
La sentenza della Cassazione, di cui si conosce solo il dispositivo per il momento, riguarda le spettanze civilistiche dei due ricorrenti ( Vitolo Tiziano e La Barbera Giuseppe ) ma non modifica la decisione di assoluzione pronunciata dalla Corte d’appello di Salerno.
Gli stessi ricorrenti hanno promosso già azioni in sede civile ed hanno ottenuto il versamento di quanto loro dovuto. Da ultimo, rappresento che si tratta di una vicenda giudiziaria iniziata nel 2004 e conclusa con l’assoluzione del Mastromartino dopo un processo penale durato 13 anni. Le notizie fuorvianti, che vengono diffuse ad arte, hanno lo scopo di ledere la reputazione di un imprenditore ed uomo rispettabile ed ammirevole”.
  • Precisazione dell’ Avvocato Silvestro Amodio sulla richiesta di rettifica dell’Avv. Marcello D’Aiuto

Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell’avvocato Silvestro Amodio

Egregio Sig. Direttore,

i sottoscritti Avv. Silvestro Amodio nella qualità di patrono della costituita parte civile Vitolo Tiziano ed Avv. Alfonso Giordano nella qualità di patrono della costituita parte civile La Barbera Giuseppe, espressamente autorizzati dai propri rispettivi assistiti che sottoscrivono la presente per conferma e per ratifica, in riferimento alla rettifica dell’Avv. Marcello D’Aiuto relativa al processo indicato in oggetto, senza voler alimentare superflue polemiche dalle quali si prendono le dovute distanze,  formulano una doverosa precisazione in ossequio al dovere deontologico di dignità e di decoro professionale per riportare  con equilibrio la vicenda nei canoni della reale veridicità e della puntuale  autenticità  per la tutela di una corretta, trasparente ed obiettiva informazione nel rispetto della collettività di Salerno e della Sua redazione, che svolge un pregevole ed utile servizio, nonché dei lettori della Sua lodevole testata:   

           Preliminarmente,  si rappresenta che l’Avv. Marcello D’Aiuto, firmatario della rettifica avanzata e pubblicata in data odierna sulla Sua testata è stato difensore del sig. Michele Mastromartino solo nel secondo grado svoltosi dinanzi alla Corte di Appello di Salerno, mentre nel processo dinanzi alla Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione nell’avviso di fissazione udienza notificato in data 18.10.2017 figurava come difensore  soltanto l’Avv. Giovanni Clemente.

          Inoltre, nella pubblica udienza celebratasi in data 11.01.2018 dagli atti è emerso che il difensore del sig. Mastromartino Michele è il padre dell’Avv. Marcello D’Aiuto, ovvero l’Avv. Loreto D’Aiuto, che ha delegato un collega per patrocinare il proprio assistito depositando anche memoria difensiva con due allegati, mentre l’Avv. Marcello D’Aiuto è stato solo presente tra il pubblico dell’Aula di udienza dove vi  erano anche i sigg.ri Vitolo Tiziano e La Barbera Giuseppe. Di conseguenza, l’Avv. Marcello D’Aiuto, pur non risultando dinanzi alla Corte di Cassazione quale difensore del sig. Mastromartino Michele ed essendo presente in aula tra il pubblico, ha ascoltato prima la relazione del Consigliere Dott.ssa Cervadoro, poi la requisitoria del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, infine le discussioni dei patroni di parte civile e del collega delegato dal padre Avv. Loreto D’Aiuto.

          Pertanto, quanto riportato nell’articolo pubblicato dalla Sua redazione corrisponde integralmente al dispositivo statuito dalla Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione  Presidente Dott. Davigo.

        Del resto, con la Sua nota solerzia è stato anche evidenziato nel suddetto articolo che il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Salerno con provvedimento del sostituto Dott. Ersilio Capone in data 12.01.2017 aveva rigettato la richiesta di impugnazione ex art. 572 cpp  agli effetti penali della sentenza della Corte di Appello di Salerno.

        Per cui, nessuna notizia fuorviante è stata pubblicata in quanto è stato  fedelmente riportato il dispositivo della Suprema Corte che in accoglimento del ricorso ai sensi e per gli effetti dell’art. 576 cpp presentato dai sigg.ri Vitolo Tiziano e La Barbera Giuseppe ha “annullato” la sentenza della Corte di Appello di Salerno “con rinvio al Giudice per valore in grado di Appello per la quantificazione dei danni alle parti civili” anche in ordine alle spese dei due gradi di giudizio (Corte di Appello e Corte di Cassazione), in attesa delle motivazioni della sentenza.

       Orbene, le sentenze a seconda degli esiti alterni non si discutono e non si commentano mai, ma si rispettano!

 Tanto in ossequio al principio della verità che ha sempre contraddistinto il lavoro dei Magistrati, degli Avvocati, delle Parti Processuali e degli Organi di Informazione nei rispettivi ruoli.

Nel rispetto del principio che tutti possono esprimere liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione, senza alcuna alterazione e senza alcuna distorsione della verità,  La invitano a pubblicare la precisazione mediante un comunicato che abbia la stessa rilevanza.

  • Nota degli Avvocati Loreto D’Aiuto e Marcello D’Aiuto

Gentile direttore, una incresciosa vicenda penale è sfociata in un’inutile e superflua questione tra avvocati. 

I difensori delle parti civili hanno fatto riferimento a circostanze ed elementi che nulla hanno a che fare con il processo e con la sua rilevanza pubblica.
Il punto, sempre lo stesso, è che il sig. Michele Mastromartino è stato assolto dalle accuse di maltrattamenti ed estorsione ai danni dei lavoratori: procedimento iniziato nel 2004 e concluso con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.
Tutto ciò che ne è seguito non ha alcuna rilevanza pubblica e non dovrebbe essere diffuso tramite stampa. 
Pertanto, cosa importa quali e quanti avvocati lo hanno difeso? A chi importa se in appello è stato difeso dagli avvocati Marcello D’Aiuto e Giovanni Clemente e se in Cassazione è stato assistito da un collegio difensivo composto dai legali Loreto D’Aiuto, Marcello D’Aiuto e Francesco Catullo?  
Per i pochi interessati – evidentemente gli avvocati delle parti civili – l’avv. Catullo, che ha discusso il processo in Cassazione, è collega di studio a Roma degli avvocati D’Aiuto, non mero delegato, e con loro ha concordato e definito la linea di difesa. 
Con questa nota, non si vuole alimentare ulteriormente la discussione ma si vuole far cadere il sipario definitivamente su una vicenda che è durata fin troppo tempo. Continuare ad associare il nome di Michele Mastromartino alle ipotesi di estorsione e maltrattamenti è, a questo punto, un’inutile speculazione.

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  • Sorprende che l’avvocato si faccia vivo dopo la pubblicazione della sentenza da parte della stampa. Poteva fare come gli altri legali, diffondere la notizia ieri sera. Pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina (cit. Andreotti)

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