Dischetti di plastica sulle coste, mistero risolto: sono filtri depuratore

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La società che gestisce l’impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele dovrà rispondere dei danni arrecati all’ambiente. Lo afferma il Codacons, dopo la risoluzione del mistero dei dischetti di plastica che hanno invaso le coste del Tirreno, e che sarebbero fuoriusciti a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto.

“Nei giorni scorsi con un esposto alle Procure di Napoli, Salerno, Latina, Roma, Civitavecchia e Grosseto avevamo chiesto di aprire indagini sul territorio alla luce dell’ipotesi di disastro ambientale – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ora che è stata accertata l’origine dei dischetti, la magistratura dovrà indagare la società responsabile dell’impianto ubicato nella foce del Sele alla luce delle responsabilità legate al grave incidente, e gli operatori turistici e i soggetti danneggiati potranno costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale”.

“La stessa azienda dovrà farsi carico delle spese di bonifica e depurazione delle coste invase dai filtri in plastica, e risarcire i danni provocati alla flora, alla fauna e all’ambiente delle aree coinvolte. ” – conclude Rienzi.

BORRELLI: “I COLPEVOLI DEVONO PAGARE”

È stato risolto il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico che si sono riversati sin dalla settimana scorsa in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi anche nei pressi dell’isola di Ischia e Capri, sul litorale campano. Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ha accertato nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.

“Ringraziamo le Capitanerie di porto – Guardia Costiera per la rapidità e l’efficienza con cui hanno risolto questo ennesimo caso di inquinamento del nostro mare. Adesso però – dichiara il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che ha seguito la vicenda dall’inizio raccogliendo le segnalazioni di tanti cittadini in particolare delle isola di Ischia e Capri – bisogna procedere per evidenziare le responsabilità dirette degli autori di questo scempio ambientale. I colpevoli di questa ennesima violenza nei confronti del nostro mare devono pagare i costi delle analisi, della pulizia e della bonifica dei litorali interessati e possibilmente farsi anche qualche giorno di galera”.

3 Commenti

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  • Grande Palumbo…sindaco di Capaccio … adesso di chi sarà la colpa … di certo non sua!!!

  • Ma ci rendiamo conto di cosa succede in Italia,un depuratore che dovrebbe salvaguardare l’ambiente,crea un disastro del genere? Pagheranno i responsabili? Io poco ci credo. Spogliarli di tutti i beni che hanno e 20 anni di carcere sarebbe la giusta pena.

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