Entro l’anno negozi chiusi la domenica: i 5Stelle lanciano la sfida

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Il vicepremier Di Maio ha confermato ieri l’approvazione entro l’anno della nuova legge sulla chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi, includendola insieme al reddito di cittadinanza nel pacchetto ristretto di misure a cui i Cinque Stelle tengono di più. E’ un cavallo di battaglia pentastellato, anche se pure la Lega ha un progetto di legge ancor più restrittivo, in cui i giorni di apertura festiva consentiti sarebbero solo 8 mentre per i Cinque Stelle solo 12. E in entrambi i casi si delega alle Regioni la disciplina attuativa territoriale.

Per Di Maio, la liberalizzazione delle aperture festive sta addirittura distruggendo le famiglie italiane. E si ripete insistentemente che l’Italia sarebbe l’unico paese Ue ad aver adottato sotto l’efferato Mario Monti – un regime di mancate restrizioni.

Lo scrive Il Mattino oggi in edicola.

Ma basta ascoltare i protagonisti della distribuzione per capire che non c’è unanimità di consensi sia pro che contro alla chiusura festiva. La linea di divisione riflette un profilo del settore assai complesso: cosa succederebbe, ad esempio, per i negozi dei centri turistici? E se ci fosse una deroga per le aree turistiche, una grande città è turistica fino a che distanza dal centro?

Se si riduce l’orario di apertura dei supermercati – senza contare gli altri negozi – sarà inevitabile ridurre la forza lavoro, probabilmente nella misura di 40/50 mila posti». Secondo Claudio Gradara, presidente della Federdistribuzione, l’associazione delle imprese di distribuzione, l’accanimento contro le aperture festive è inspiegabile.

«Ogni domenica – spiega Gradara – oltre 19 milioni e mezzo di italiani fanno un acquisto». Di avviso opposto i sindacati dei dipendenti da sempre favorevoli al non lavoro domenicale che pure viene pagato di più. Mentre resta in finestra un convitato di pietra: il commercio on line. Che – fonte Istat – nell’ultimo anno ha registrato un boom: + 13,6%.

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