Avvocatessa nei guai, il legale che la difende attacca la Procura

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Un’azione penale, quella contro l’avvocatessa P.I., che il pm ha esercitato «ritenendo gli impegni elettorali dell’avvocato non rilevanti».

L’indagata, infatti, dopo la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari, ha chiesto di essere interrogata alla prima datautile dopo il 18 luglio e cioè dopo le elezioni forensi dove era candidata.

Ma, nonostante alcune richieste di rinvio dell’interrogatorio, il pm ha ritenuto di procedere con l’esercizio dell’azione penale, scrive in una nota l’avvocato Michele Tedesco, difensore dell’indagata.

Atti «che a mio avviso dovranno essere oggetto di riflessione ed approfondimento anche da parte del Consiglio dell’Ordine di Salerno».

Il rinvio dell’interrogatorio di due settimane non avrebbe avuto alcuna incidenza in termini di prescrizione in quanto i fatti risalgono a novembre 2018, anzi l’interrogatorio avrebbe chiarito come «l’indagata abbia immediatamente comunicato ai denuncianti l’esito della causa in cui ha patrocinato nel loro interesse, illustrando loro la situazione, di aver restituito agli stessi tutti gli atti di causa, di essersi accordata sulle modalità di pagamento dell’onorario secondo le tariffe vigenti, di aver emesso regolare fattura di acconto per le somme ricevute, di non aver mai ricevuto la comunicazione della nomina di un nuovo difensore e di aver presentato un esposto al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Salerno relativamente la condotta assunta dal nuovo difensore».

LA NOTA UFFICIALE DELL’AVVOCATO MICHELE TEDESCO INVIATA IN REDAZIONE

In relazione agli articoli di stampa pubblicati, tutti, il 7 agosto u.s. relativi alla pendenza di un procedimento penale a carico dell’Avvocato P. I., si impongono una serie di precisazioni.

In via preliminare, sarebbe interessante verificare la fonte che ha consentito la diffusione nello stesso giorno a tutti gli organi di informazione locale.

Non potendo immaginare neanche per un attimo che un magistrato della procura della nostra Repubblica possa avere convocato i giornalisti per divulgare i risultati delle indagini compiute in danno di un avvocato, non fosse altro che per il rigore e la segretezza che devono contraddistinguere l’operato di un Magistrato, dobbiamo augurarci che, con la stessa solerzia, il pubblico ministero proceda a verificare chi, all’interno del Suo ufficio o del Tribunale, possa aver determinato la pubblicazione della notizia

Ciò premesso l’attenzione deve spostarsi su un diverso e più preoccupante profilo. L’indagata, dopo la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini, ha chiesto di essere interrogata e il Pubblico Ministero, a fronte di alcune richieste di rinvio dell’interrogatorio per impegni elettorali dell’avvocato e professionali del difensore ha ritenuto di procedere con l’esercizio dell’azione penale.

In particolare, il Pubblico Ministero, a fronte della richiesta depositata in data 25 giugno 2019, fissava l’interrogatorio dell’indagata per sabato 29 giugno 2019. La difesa chiedeva il differimento dell’interrogatorio alla prima data utile dopo il 18 luglio 2019, vale a dire dopo le elezioni forensi in considerazione degli impegni elettorali dell’indagata. Il Pubblico Ministero, invece, fissava l’interrogatorio dell’indagata per il giorno 5 luglio 2019.

In data 5 luglio 2019, a fonte di una nuova richiesta della difesa di rinviare l’interrogatorio alla prima data utile dopo il 18 luglio 2019, il Magistrato rinviava l’interrogatorio alla data del 9 luglio 2019.

La fissazione dell’interrogatorio alla data del 9 luglio 2019 costringeva la difesa a ribadire la necessità di rinviare l’interrogatorio dell’indagata alla prima data utile dopo le elezioni forensi.

Il Pubblico Ministero, senza tenere conto delle ragioni sottese alla richiesta di rinvio, fissava l’interrogatorio dell’indagata per il giorno 11 luglio. A fronte della terza richiesta di rinvio dell’interrogatorio ad una data successiva alle elezioni il pm, ancora una volta  manifestava la propria insensibilità agli impegni elettorali dell’avvocato tant’è che rinviava l’interrogatorio a sabato 13 luglio alle ore 17:30, il che costringeva nuovamente il difensore a ribadire l’impedimento elettorale dell’indagata, documentato anche da specifica attestazione a firma dal capolista della lista di riferimento della collega Ianni, oggi presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Avv. Silverio Sica.

Il Pubblico Ministero ha ritenuto di esercitare l’azione penale e di non differire l’interrogatorio dell’indagata alla prima data utile dopo il 18 luglio 2019, evidentemente ritenendo gli impegni elettorali dell’avvocato non rilevanti.

Tra l’altro l’indagata non ha mai ricevuto gli avvisi di differimento dell’interrogatorio il che pone non pochi problemi in ordine alla legittimità dell’esercizio dell’azione penale.

La vicenda, così riassunta, pone seri interrogativi sui rapporti tra Avvocatura e Magistratura che dovranno essere oggetto di riflessione e di approfondimento anche dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, in quanto nella vicenda in esame l’impedimento dell’avvocato per ragioni elettorali non è stato ritenuto legittimo dal Pubblico Ministero mentre non risulta che analoga valutazione venga riservata in riferimento ad altre consultazioni elettorali.

Il rinvio dell’interrogatorio di due settimane, peraltro,  non avrebbe avuto alcuna incidenza sul decorso della prescrizione in quanto, al di là della sospensione dei termini, i fatti contestati all’indagata risalgono al novembre del 2018.

L’interrogatorio, nel rispetto dell’art. 358 del codice di rito, che impone al pm di svolgere altresì “accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”, sarebbe stato un’occasione per il Pubblico Ministero di ascoltare sicuramente una visione dei fatti completamente diversa in quanto l’indagata avrebbe chiarito di aver comunicato prontamente ai denuncianti l’esito della causa civile in cui ha patrocinato nel loro interesse, di aver prontamente convocati i clienti allo studio per illustrare agli stessi la situazione, di aver restituito agli stessi tutti gli atti di causa, di essersi accordata con i denuncianti sulle modalità di pagamento dell’onorario difensivo determinato secondo le tariffe vigenti, di aver emesso regolare fattura di acconto per le somme ricevute dai propri assistiti, di non aver ricevuto mai la comunicazione della nomina di un nuovo difensore, di aver presentato esposto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno in relazione alla condotta assunta dal nuovo difensore.

Ma tutto questo riguarda il merito e la correttezza della collega P.I., nota a tutti e non soltanto ai 1362 colleghi che l’hanno fatta diventare la più votata alle ultime elezioni forensi. In definitiva rimane il rammarico, quello di non essersi potuta difendere nella fase delle indagini e, un dato, il procedimento penale dal punto di vista elettorale porta fortuna.

5 Commenti

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  • Meno male redazione, quanto meno questa volta avete avuto il coraggio di pubblicare le iniziali P.I., è già un passo avanti, bravi

  • non è vero che non l’ha voluta interrogare. Il magistrato ha disposto varie proroghe, come da richiesta della difesa, perchè impegnata nelle elezioni al consiglio dell’ordine.

  • Se mi fossi trovato nei panni dell’ indagata, mi sarei comportato diversamente. Innanzitutto, sarei andato io dal P.M. a chiedere e ad insistere di essere interrogato immediatamente, per discolparmi da ogni accusa che infangava il mio onore e indirettamente anche la categoria professionale di appartenenza.
    Capi di imputazione di quella gravità, meritano di essere chiariti subito mentre la candidatura al consiglio dell’ordine ( che non è il Parlamento Europeo e neanche il consiglio comunale !!) oltre a poter essere rinviata,non può ritenersi più importante di un interrogatorio in Procura, sembrerebbe un affronto nei confronti di chi amministra la giustizia.

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