Scoperta una testa in travertino a Paestum

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“Raro in genere, unico per Paestum” – definisce così il direttore Gabriel Zuchtriegel la scoperta di una testa di travertino databile alla prima metà del VI sec. a.C. nel Parco Archeologico di Paestum.

La testa, che ha dimensioni pari al vero, potrebbe aver fatto parte di una decorazione frontonale di un tempio o di una statua. Appartiene alla prima generazione di scultura monumentale attestata in Grecia e nell’Italia del Sud, come si evince in particolare dalla capigliatura “a scalini” e dagli occhi a forma di mandorla, tipici dello stile cosiddetto dedalico.

Il rinvenimento è avvenuto durante una campagna di scavi stratigrafici promossa dall’Università di Bochum in Germania in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum e su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibact).

“La finalità del progetto era un’altra – dichiara Jon Albers, professore dell’Università di Bochum – ovvero quella di indagare meglio il cd. Tempio della Pace che è di epoca romana; invece abbiamo trovato frammenti di VI secolo a.C., tra cui una testa in travertino che potrebbe provenire da un santuario più antico situato nello stesso posto.”

Come spiega Zuchtriegel, “la scultura arcaica a Paestum è finora nota soprattutto grazie ai resti del fregio del primo tempio di Hera presso la foce del fiume Sele a Nord di Paestum. Ma tutte le opere che conosciamo di questo orizzonte cronologico, ovvero del VI sec. a.C., sono realizzate in arenaria.

Questa è la prima scultura in travertino, e sembra essere addirittura più antica dei rilievi di Foce Sele. Siamo all’inizio della storia di Paestum, poco dopo la fondazione della città intorno al 600 a.C., ma anche all’inizio della scultura monumentale greca in genere. Diventa sempre più evidente come le colonie contribuissero attivamente alla formazione di un nuovo linguaggio artistico e architettonico tra VII e VI sec. a.C.”

Gli scavi nel cosiddetto Tempio della Pace, sul Foro romano di Paestum, continueranno ancora fino agli inizi di ottobre. Gli archeologi sperano di ottenere ulteriori elementi per inquadrare la scoperta eccezionale in un contesto più ampio.

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